Un mancato investimento nel Mezzogiorno (parte prima)
Importanti finanziamenti per la nostra città sembrano arrivare! Le nostre disastrate casse si dice possano venire rimpinguate da incredibili investitori provenienti da alcune stelle vicino Marte e Urano.
Ho letto da qualche parte che i vulcaniani vogliono sistemare tutti i campanili del mondo a patto che venga loro consentito di installare su ciascuno di essi un maxi trasmettitore capace di consentire anche ai viaggiatori vulcaniani di poter recepire la loro tv via cavo, notoriamente la migliore dell’Universo, con programmi di approfondimento ad ogni ora e senza talk show politici.
Il progetto però è fallito. I ricchi investitori stranieri hanno improvvisamente abbandonato il tavolo delle trattative. Non sono state fornite motivazioni ufficiali, ma si sussurra che abbiano deciso di mollare tutto in seguito alla vista della città di Bari. La delegazione vulcaniana, infatti, aveva scelto come quartier generale la sconvolgente città meridionale, attratta dalla forma spaziale dello stadio cittadino. Quale altra città poteva possedere un tale maestoso Tempio – peraltro adornato al suo interno da una sostanza morbida e verde – se non la capitale del pianeta Terra? Il problema è che, distratti da cotanto verde, gli alieni erano usciti tutti dall’astronave e, mentre questi iniziavano ad esplorare il prato del San Nicola, un gruppo di predoni locali aveva rubato l’astronave dileguandosi con un mare di vivande e gazebo e piatti di plastica nei cieli baresi diretti verso la Foresta Umbra, loro abituale area ricreativa. Ma questo gli alieni non lo sapevano.
Questo era il problema. Non sapevano troppe cose. Avevano commesso un grosso errore presentandosi in queste terre ostili e lontane senza conoscere adeguatamente la fauna locale. Se avessero studiato meglio le carte universali avrebbero visto il triplo teschio mortale che campeggiava sui cieli di Bari.
Per chi non lo sapesse, infatti, la legenda dei teschi stilata dalle carte universali è la seguente:
- Un Teschio (Monoteschio). Razzismo latente, cibo freddo, bambini maleducati, presenza di CL
-
Due teschi chiari (Biteschio chiaro). Tutto quello di cui sopra più: creazionismo, capillare presenza di CL, abusivismo edilizio
-
Due teschi nerissimi (Biteschio oscuro). Tutto quello di cui sopra più: 6 automobili per nucleo familiare, CL ai vertici politici, evasione fiscale legalizzata
-
Tre teschi (Triteschio). Tutto quello di cui sopra più: caporalato e schiavitù diffuse, presenza della Città del Vaticano, frequente ricorso al coprifuoco.
-
Tre teschi nerissimi (Triplo teschio mortale). Tutto quello di cui sopra più ancora altre sciagure: utilizzo di linguaggi ancestrali, frodi assicurative frequenti, contrabbando di qualsiasi oggetto, spaccio part time.
-
Quattro teschi (Il Poker di Teschi). Tutto quello di cui sopra più ANCORA: agguati nelle rotonde, rapine come attività ricreativa, furto di camion legalizzato e frodi assicurative quotidiane, ricorso a bambini soldato, spaccio full time.
Sull’esistenza del famigerato Poker di teschi sono state scritte migliaia di pagine. La leggenda vuole che un poker di teschi aleggi su un’area prossima alla città messicana di Juarez. Altri, compresi alcuni amici miei, giurano di aver visto un Poker di teschi nei pressi del Vesuvio. Ma l’unica città capace di ottenere tale status ufficialmente dall’Osservatorio Universale è stata una cittadina del Tavoliere delle Puglie chiamata Cerignola. Da questo dato ufficiale le mamme aliene di tutto l’Universo traggono spunto quando per riportare all’ordine i propri figli esclamano: “Jigryzyl, ti porto a Cerignola se non fai il bravo”.
Ma anche Bari con il suo triplo teschio mortale non era male. L’astronave ormai sarà già in mille insoliti pezzi smontati in qualche sfasciacarrozze di Foggia o del Barlettano. Non oso immaginare lo smarrimento dei tre alieni, bloccati senza automobile sul prato del San Nicola di Bari. E, si sa, affidarsi ai mezzi pubblici non è proprio la migliore delle idee dalle nostre parti.
Insomma, i vulcaniani erano disperati. Si guardavano negli occhi che erano nove su quel campo quel giorno perché ognuno di essi ne ha tre disposti a formare un triangolo isoscele. Il più ingenuo dei tre pensava potesse essere uno scherzo, una specie di gioco di benvenuto della gente locale. Capirono davvero che erano perduti, che una disattenzione di un istante può far male se sei a sette milioni di anni luce da casa, specialmente se poi pensi bene di atterrare a Bari. Tutto era perduto. Anche trascorse le dodici ore di rito che il Centro di Comando attendeva prima di mandare una squadra di soccorso, quest’ultima ci avrebbe impiegato almeno quattro giorni terrestri per arrivare in questa remota e anarchica località. Nel frattempo, come avrebbero resistito? La loro totale sprovvedutezza li rendeva ignari del fatto che era venerdì e il giorno dopo ventidue uomini seminudi avrebbero dato luogo ad un evento che i terrestri in questo caso chiamavano Bari-Torino. Oltre ai pericoli enormi legati all’incontro con gli autoctoni, infatti, ogni vulcaniano non può condividere uno stesso luogo con più di dieci – quindici per i più in forma – esseri viventi nello stesso tempo. Non che alle partite del Bari ci sia molta più gente, ma i soli calciatori in campo sarebbero stati ventidue, dunque… nuvole nere si addensavano sulle antenne dei tre vulcaniani. Quando si commette la sciocchezza di trovarsi in una situazione simile il vulcaniano esplode, ed è un orrido spettacolo, roba che neanche giornalisti e avvocati riuscirebbero a resistere. Per non parlare della puzza di zolfo e mele marce che impregna a vita il luogo e le persone in cui i fluidi corporei si depositano.
Penso che ormai anche il lettore si sia reso conto che tutto era perduto. Il vulcaniano A ancora non riusciva a crederci. Un istante prima era il capo della coraggiosa delegazione di un popolo più evoluto che voleva espandere i propri confini, delocalizzare – ma di molto – le proprie imprese. Un attimo dopo era il leader di tre naufraghi da Guinness dei Primati su un campo con delle strane aste bianche in lontananza che gli ricordava i tramonti del loro Sole bianco rettangolare nei pomeriggi d’inverno.
Forse era una trappola che i baresi ci hanno teso, pensava il vulcaniano B. Hanno costruito questa finta astronave per attirarci, toglierci ogni mezzo di sostentamento e imprigionarci qui dentro. Poteva essere. Forse tutta la popolazione barese si stava preparando al nostro arrivo e ora si sta complimentando con i capi delle forze armate e i politici stanno lucidando la loro dentatura in attesa della conferenza stampa.
Ma non poteva essere. Erano troppo arretrati. Come avrebbero potuto sapere che stavamo arrivando? L’obiezione del vulcaniano C, quello ingenuo, era giustissima. Stiamo parlando di una società arretratissima. Avevano ancora le religioni! Qualche anno prima erano riusciti a farsi attaccare da quattro arabi con un taglierino che praticamente con questi mezzi ridicoli avevano cambiato tutto in peggio. Potevano mai intercettare alieni da Urano? No, non era possibile.
(marco)