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Wednesday, June 6, 2012


Ti aspetto

Tu e le tue insicurezze. Come se avessi solo questi due ingredienti da mixare in tempi di guerra e tutto il resto è un lusso ed in pratica è così, dunque quel come ad inizio frase appare superfluo, superfluo come superflue mi appaiono le tue arrabbiature e le mie paranoie che sono due falde acquifere che si mescolano, due TIR che spargono olio sulla Milano Roma e giù a scivolare le parole che avrei voluto dire e non ho detto e quelle che non avrei dovuto dire ma purtroppo ho detto.
Alla fine mi piacciono questi ingredienti, e anche il Gazometro è quasi familiare adesso. Vedo più lui che mio padre. Te la ricordi quella sera quando ti aspettavi un bacio sulle labbra ma io volevo dartelo solo in fronte perché eri così delicata, così onnicomprensiva che avrei voluto trasmetterti la mia buona salute, i miei polmoni puliti e gli altri organi freschi che ancora possiedo e prendermi in cambio tutta la tua anidride carbonica, l’avrei fatto credimi, l’avrei fatto e lo farei anche adesso ma tu sei al lavoro. Mi sentivo come ad un passo da un traguardo invisibile.
Il fatto è che a volte l’amore è un eterno inseguimento e la mia difficoltà era tutta in quella che io credevo fosse una costante fase preparatoria carica di speranze e ottimismo quando invece ho capito solo ieri che amare vuol dire proprio attendere, attenderti senza riviste di cavalli da sfogliare, guardarti dalla finestra mentre finisci di lavorare anche se ho freddo, attendere nel tempo stesso che tu finisca di lavorare e che io cominci, ritornare a casa e salutare il tuo viso offuscato dai murales sui vetri della metro che finalmente così si valorizzano e non diciamolo all’ATAC che altrimenti alzano il biglietto di dieci centesimi.
Intanto è quasi estate e ti aspetto. Sono le sette e ancora non esci dall’ufficio. Complimenti per le trasmissioni  ho sentito urlare da un balcone, e qui vicino il mese scorso abbiamo visto uno cadere dalle scale e fino a poco tempo fa da queste parti ci viveva Enrico Fermi ed ora ci sono soltanto io, che storie, le cose cambiano e ci ritroviamo sempre insieme a improvvisare. Fai con calma, ti aspetto.

(marco)

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