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Thursday, June 7, 2012

Il Frutto dell' Amore



II sole era alto nel cielo come tutte le volte in cui ero con zio Joh', anche quelle in cui non si vedeva per colpa delle nuvole. Sempre alto nel cielo. Io lo seguivo passo per passo mentre raccoglieva quella nuova specialità di pomodori che zia Marie lo aveva quasi obbligato a piantare perchè secondo lei erano più grandi e nello stesso tempo più succosi, ed era quella strana relazione che rendeva scettico un esperto contadino come mio zio.
   Come al solito stargli dietro per tutto  quel campo, che pareva non aver confini per le mie piccole vedute, era cosa a dir poco faticosa, soprattutto visto che eravamo nel bel mezzo del luglio più afoso che io ricordi da qui a quando i luglio nacquero. Mentre Joh' si accingeva a raccogliere i frutti dell'amore (così li avevo soprannominati visto che se faceva tutta quella faticaccia, senza convinzione, era solo per amore di mia zia) mi venne in mente quel discorso che avevo sentito nel saloon del paese  quando, tre giorni prima, ero andato con  zia Marie a consegnare le quindici dozzine di uova settimanali.
   Mi aveva colpito un discorso fatto da due forestieri, in particolare l'affermazione fatta da quello che sembrava essere il più anziano dei due, anzi lo era senza dubbio; "quello che è successo ieri dovrebbe averti insegnato una lezione, questa vita è una continua lotta e se davvero vuoi affermarti ed ottenere qualcosa devi essere lesto con il ferro e senza scrupoli, non c'è spazio per la pietà, è una terra per pistoleri e se non uccidi, vieni ucciso"; l'altra cosa che non mi lasciò di certo indifferente era la foga e la rabbia con quel tizio  pronunciava quelle parole, come se anche chi lo stesse ascoltando in quel momento fosse un suo nemico, qualcuno per cui non avere pietà.

   Ripensandoci, in quel pomeriggio di raccolta, mi venne spontaneo di chiedere a mio zio: "Joh', ma è vero che per ottenere quel che si desidera e per non vedere  mai calpestati sè stessi, bisogna essere cattivi, spietati, e senza scrupoli? Non si può conquistare una terra rispettando gli indigeni? non si può guadagnar qualcosa onestamente e senza far male a nessuno? non si può costruire senza distruggere?"
   Joh' si girò verso di me, che nel frattempo ero seduto con le mani sporche  della terra scura dei campi del Nord Dakota; la prospettiva da cui lo osservavo faceva si che la sua figura avesse preso esattamente il posto del sole. Disse: "vedi Jackie, la vita molto spesso ti pone di fronte a delle sfide per la conquista di qualcosa, probabilmente per la conquista di ogni cosa, molto spesso delle vere e proprie lotte; la cosa fondamentale è che tu tieni sempre ben presente  che stai combattendo per qualcuno, non contro qualcuno, che tu ricordi che  stai lottando per qualcosa, non contro qualcosa. Se perderai di vista le cose per cui lotti, nella foschia che molte volte la rabbia porta nella mente, se non riuscirai più a vedere le cose che ami, la "guerra" diverrà il fine e non più lo strumento per la salvaguardia di queste. A questo mondo, si può lottare per odio o per amore. Quando non si ha più nulla da amare o meglio, forse, quando non si riesce ad amare più nulla o si muore sul campo di battaglia o si va avanti spinti dall'odio, e spesso non si sa bene verso chi o verso cosa; è questo tipo di sentimento che  fa perdere il controllo, che cambia le persone e le rende senza scrupoli, cattive e sfiduciate nei confronti di tutti. Quindi, il mio consiglio è di non smettere mai di amare Jackie."

    Non so perchè ma zio Joh' ne sapeva più di tutti, più di chiunque altro io abbia mai conosciuto in vita mia,e  di gente ne ho conosciuta;aveva sempre una risposta alle mie domande; non capivo e forse non capirò mai a pieno, quanto fossi fortunato ad essere proprio io lì, in quelle bollenti giornate d'estate, il suo compagno di raccolta.

Giulio

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