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Monday, May 21, 2012
Il Sole di York
Vivevo in un quartiere popolare come molti altri e lo facevo solo da pochi mesi. Era un complesso di quattro o cinque palazzi che circondavano un grosso spiazzale in cui avevo visto spesso bambini giocare e vecchiette appoggiare le buste della spesa. Era pieno di cani.
Quella sera non era ancora estate, ma ci mancava poco. Tornavo a casa verso le dieci quando mi bloccai di colpo alla vista della piccola piazzetta. Decine di sedie erano state riposte lungo il suo perimetro, con riflettori e microfoni puntati verso il centro. Erano tutte occupate, ma nessuno parlava. Al centro un attore sembrava recitare qualcosa. Ora che l’inverno del nostro scontento è reso estate gloriosa… sentivo scandire, e rabbrividivo, e tutti a circondare quelle parole, e la tassa sulla prima casa appariva lontana come lontana era Stratford-upon-Avon, come lontana eri tu, molto. La luce sembrava regalare l’eternità a quell’uomo ben vestito e qualcosa di soltanto leggermente inferiore a tutti gli spettatori. Rimasi lì fermo non so quanto tempo, a immaginare di poter ripetere all’infinito alcuni episodi della mia vita come in una qualche commedia immortale che sicuramente poi mi annoierebbe anche quella.
Poi sentii un ago infilarsi nel mio collo. Istintivamente avevo portato una mano sull’epicentro del dolore e avevo avvertito qualcosa di alato e rigonfio esplodere sotto le dita. Avevo generato uno strano rumore di morte e l’attore se ne era accorto. Soltanto lui. Lo avevo visto volgermi lo sguardo. Non c’era nessun altro rumore nell’aria. I suoi occhi brillarono un attimo a volermi dire qualcosa che io sentivo di aver capito e che avrei tenuto sempre per me. Poi l’avevo visto girarsi e tornare a recitare.
Avevo il lato destro del collo sporco del sangue di qualcun altro e sentivo adesso qualcosa ad esso correlato entrarmi dentro. Qualcosa che quell’attore poteva capire. Sentivo di dovermi chiudere a riccio fino al termine della notte. Non avrei potuto imparare altro quella sera. La magia era finita. Era il momento di tornare a casa.
(marco)
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