Roma , fine 2005 (forse inizio 6)
Ricordo che faticavo a tenere la conta degli autobus e non avevo ancora capito che impararli tutti non serviva a nulla. Non conoscevo nessuno e la sera guardavo la luna e la tv – spesso non in quest’ordine – in casa con altri 4 estranei in affitto ovviamente in nero perché la padrona poverina avevo solo altri 4 appartamenti con cui tirare a campare e chissà se alla fine ce l'ha fatta a sopravvivere. Gli altri ragazzi erano un misto tra pirati somali e cecchini russi. C'è stato di tutto lì dentro. Dall'erasmus danese che stoico ha resistito sei mesi al genovese vessato che ha battuto la ritirata in albergo ad aprile.
Ricordo il Pantheon e quei giapponesi che mi fermavano per chiedermi chi fosse quel MAGRIPPA scritto lì sopra e vagli a spiegare che quella era solo l’iniziale.
Ad ogni passo trovavo un motivo per non andarmene e intanto però avrei forse voluto tornarmene a casa perché alla fine chi non l’ha pensato una volta almeno anzi cento? Perché se non ti senti fuori posto almeno una volta al giorno allora non sei emigrato per davvero, magari sei solo un pendolare o un turista.
(marco)
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