Reading List

Saturday, December 28, 2024

il mio vuoto, il tuo vuoto

la condanna dell'uomo socializzato nella società di massa: mai solo, sempre solitario. (T.A.)


in questa casa ti ho immaginato a lungo

qui ritorno adesso solitario

mi rallegro di questo: 

posso finalmente andare in bagno

aprire la bocca e tirare fuori quello che ho dentro

così magari riesco a capirlo meglio

(o anche solo dargli una spolverata)

qui dentro sembra non esserci nulla

è buio e sento l'eco dei miei pensieri 


ci lancio dentro un'amo

che catturi tutta la mia essenza 

e tiro forte il mulinello 

eppure la corda 

per tutti i giorni di dicembre gira a vuoto interminabile 

come se dentro me non ci fosse più nulla 

un guasto elettrico che interrompe le allegrie

come se il saperti esistente e irraggiungibile 

dissolva il mio respiro


Monday, December 16, 2024

il dialogo più giusto

darei il sangue per quel cane 

forse perchè abbiamo un dialogo leale

una interlocuzione senza equivoci 

tra il detto ed il voluto


non so dove inizio io e dove finisce lui

forse perché il detto nemmeno esiste 

forse neanche il voluto

forse esiste solo quello strano codice 


quella scatola di gesti a cui attingiamo

come se ogni altro linguaggio fosse 

la mia infezione senza cura 

l'equivoco costante che crepa il mio presente 


ho fatto un sogno 

sono in una stanza vuota senza finestre 

non so nemmeno se è giorno o notte 

se provo a parlare non escono suoni dalla mia bocca


allora smetto di parlare 

di desiderare 

di rimuginare

con le unghie sui muri incido tutta la mia attesa 


quando finisco mi sanguinano le dita

e vedo spuntare finestre

illuminano l'amore trovato su un piccolo divano

il dialogo più giusto


che avviamo senza parlare 

Thursday, December 12, 2024

soffocare

senti come mi stringe il collo

questa foresta senza fine 

dove tutto muore o sta per farlo 


ma con che colori straordinari lo sa fare

il linguaggio è tutto quello che ho 

un dolore sordo fatto di sillabe e intervalli 


l'animale che mi sottrae il cibo e l'acqua 

la tempesta che interrompe il mio sonno 

è il linguaggio la mia paralisi intricata


la mia benedizione la mia devastazione

la foresta che mi toglie la vita 

a ogni calar del sole


ma tu guarda, amore mio, 

quanti milioni di foglie ci sono tutto intorno

hanno meravigliosi colori bibor e vinaccia 


mi seppelliscono 

mi erodono 

mi invadono la gola


e non respiro più  


Friday, December 6, 2024

un taglio sul labbro

mi sembra di scorgere dalla finestra 

la sua sagoma di donna

ma la regola del mondo me lo vieta

non può essere quella donna 

le sue labbra che mi chiedono 

"ma sei normale?"

e intanto cosa mi rimane 

un taglio sul labbro rimediato in Corea

una frase incompleta intercettata nel metro 


ho provato a mangiare tutto 

ogni pietra ramo e nuvola di Roma 

ho bevuto il Tevere e la parte più buona 

dell'amabile Aniene 

ma ancora è qui

quel senso di vuoto che ara le mie arterie 

fa una catasta alta 

con tutte le mie buone intenzioni 

e le brucia controvento

ogni domenica mattina


Sunday, November 17, 2024

ortica

un pensiero che cresce in ogni dove

non ha una regola nè storia

ma un periodo in cui circonda

i tuoi giorni e la mia mente


una domenica pomeriggio lunga mesi interi

ti fa sentire impotente

un orto di punti deboli e arbusti

che non estirpo più


c'è un dolore sospeso tra le parole che dico

e quelle che ascolto

tra la speranza che nutro

e quella che perdo


un dolore sordo che respiro

in questa enorme piccola città

in cui l'apnea diventa

la mia passeggiata quotidiana


quanto è silenzioso questo dolore

ha il volto pulito di un cielo terso

il sole batte sulla facciata del palazzo

tu pensi sia bello ma la stinge irrimediabilmente


le autorità arrivano con calma per dichiararla morta

Thursday, November 7, 2024

con il tuo volto di

con il tuo volto di sudeuropeo 

cittadino di roma estrazione piccolo borghese 

nella tua stanza senza finestre 

fai quel che puoi per rendere gradevole l'ambiente

tratteggi piante e alberi 

luce accecante da un lato

cielo stellato dall'altro 

così puoi dormire quando vuoi 

e stenderti persino 

su un duro prato di linoleum


almeno hai tutto il tempo per studiare 

contromisure traballanti per questi giorni 

che non sanno cosa chiederti

è la vita che ti fora l'orecchio che ti solleva l'anima  

e si diverte a frantumarti i denti  

ti lancia in aria ti lascia sotto la pioggia ti abbandona 

sotto questo caldo insostenibile

mentre sulle lenzuola immagini 

la sagoma lontana del suo corpo


hai trovato un suo capello 

su un foulard antico che ti ha dato 

è una vita che può dare l'estasi o affogare

è la stessa che ti ha messo al mondo

fatto sedere in questa stanza spoglia

che decori come puoi 

e adesso che ti piaccia o no

può far di te quello che vuole 

Monday, November 4, 2024

abiti stirati

chiudo gli occhi apro gli occhi chiudo gli occhi 

il silenzio è identico e affilato 

ma la mia pelle è dura non si scheggia 


donami il tuo sangue 

ed io ti incarto il mio 

hanno lo stesso colore quel bel bíbor 


dammi uno dei tuoi occhi 

ed io 

io ti preparo uno dei miei 


la tua mano sinistra, per favore 

quella con lo smalto arancio 

ed ecco che la mia ti arriva in cambio 


capisco che dieci dita sono poche 

ma tu prendi pure 

tutte quelle che ti servono 


Il mio fegato lo sai 

basta che me ne lasci un pezzettino 

e quello poi ricresce 


La mia pelle le mie ossa 

la mia barriera ematoencefalica 

che filtra ogni scoria (a parte ansie e turbamenti) 


incontro migliaia di volti estranei 

con i nostri begli abiti stirati

siamo privi di ruolo l'uno per l'altro  


e ogni sera siamo soli con le nostre vene  

Sunday, November 3, 2024

difese immunitarie

che sia novembre che sia giugno che sia marzo

il mio corpo elabora reazioni 

a parole immagini ricordi 

protende le sue mani poi le unghie le sinapsi 


impara una nuova lingua 

fatta di accenti ignoti e silenzi prolungati 

una lingua che allunga ossa (csontok) e organi 

un processo lungo, doloroso e irrinunciabile 


ripete la parola linguaggio 

questa parola che decide il destino (sors) della gente

e anche adesso da lontano (távoli)

è il treno vecchio (régi) che mi porta fino a te 


la mia nonna (nagymama) non lo sapeva mica 

che in certi luoghi del mondo finestra può dirsi ablak 

ma tre minuti nella stessa stanza (szoba)

e avrebbe capito tutto quello che c'era da capire 


Monday, October 14, 2024

neanche fossi amelia

per O., 

per una cena al sole


mi sono perso in una città

un bosco fitto di persone tutte uguali 

gente che non conosce il mio linguaggio

e vive di paure e porte chiuse


una selva di alberi che si alza e a volte

edera attorno al collo

prova a togliermi l'aria 

ma io respiro con la memoria dei tuoi sigh


è un bosco che diventa foresta 

e io ci giro dentro, perdo l'equilibrio 

li trovo tutti intorno

neanche fossi amelia rosselli


non possono farmi niente

me li lascio dietro e li prendo in giro

sono un coacervo di alberi tutti uguali 

nel loro non essere te 

Monday, October 7, 2024

parole

parole da dimenticare 
altre da tenere strette con te 
mentre cerchiamo di dormire 

nei nostri piccoli rifugi 
di letti diversi
di città diverse 

alcune sillabe io le tengo 
sotto la mia pelle
fino a natale 

c'è una specie di certezza 
dietro alle mie orecchie sotto la gola
intorno ai miei pensieri di europeo

la tengo per me 
pietra di lago tra le coperte 
nel silenzio della notte 


 

Wednesday, September 25, 2024

/

L'importante è parlare sempre come se tutto dovesse essere trascritto. Così si può avere la sensazione di come non si è liberi. Non si è liberi di parlare come se si fosse sé stessi. 

J.M.G. L.

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Non siete uomini, perché non sapete di vivere in un mondo umano. Imparate a parlare. Provateci anche voi. Anche se non avete niente da dire. Avere la possibilità di parlare. Perché non tentate, visto che ci siete, di sostituire le vostre macchine: su, da destra a sinistra, parlate. Diffondete la buona parola. Vedrete che presto non avrete più bisogno di radio o di televisori. Vi incontrerete com semplicità ad un angolo di strada, come me oggi, e vi racconterete delle storie. 

J.M.G. L.



Friday, September 20, 2024

ritornello

ultimo giorno d'estate

un cielo azzurro senza nuvole

senza sillabe colmo di movimento di sentimento 

e un ritornello che circonda il collo le mani il torace


quanto è bello quando non tutti i luoghi e le persone

sono uguali

avere qualcuno con cui perdersi in un mercato affollato

in un mattino di giugno


sono morto più volte in attesa di un aereo 

o di uno sbuffo di vento 

dopo la primavera l'estate e adesso eccolo

il nostro primo autunno


e il tempo che passa ci tiene vicini

amiamo gli alberi alti le nuvole basse la pioggia leggera

è il nostro primo autunno 

è una musica che riempie ogni spazio 


un ritornello che circonda il collo le mani il torace 

una pausa da me stesso

se mi allontano da me stesso 

se mi dico "torno presto!"

se mi guardo da lontano con i tuoni all'orizzonte

mentre cammino svelto per la strada senza luci

cosa vedo veramente?


a volte mi sembra di saperlo

(specie quando sono con te)

altre volte l'unica patria è la gente che amo 

li ho tutti sparpagliati nel mio petto   


ieri ho incontrato il mio vicino di casa 

uno scapolo con un giaccone sportivo sempre addosso

l'ho salutato come sempre 

sembrava andasse di fretta 

come se avesse qualcosa di molto serio da fare 


poco dopo mentre superavo una pizzeria da asporto

l'ho visto lì dentro con la coda dell'occhio

seduto da solo a consumare la sua pizza 

unico impegno della sua serata romana 


quando ho capito che era lui ho sentito una pressione

una sorta di dolore discreto 

come se il sangue scorrendo 

incontrasse un nuovo ostacolo 

che rallenta tutto il resto 


come se oggi la paura fosse un passo avanti

e niente spazio per le tue mani sulle mie 

Non Deve Accadere, dico alle onde di persone per la strada

non voglio abituarmi a questo 


ma ho la vista offuscata 

i suoni sono ovattati e lontani

non riesco a raggiungerti nemmeno oggi

a volte mi inganno e penso di sentire tra la folla

la tua risata inconfondibile 


 

Monday, September 16, 2024

le rotule

per karen green

alla fine il vento in california non è molto diverso 
da quello di roma sud 
se perdi qualcuno il vuoto è sempre quello 
le tazze nel lavello si riducono 

e seppellisci strati di memorie 
sotto film telegiornali e passeggiate con il cane 

sei molto coraggiosa nel dire quello che dici 
nel farlo come lo fai tu 
nel raccontare che, quando lo hanno tirato giù, 
gli hanno spezzato le rotule

devono fare tanto male questi dettagli
ma, senza i dettagli, ci sarebbe il resto? 

c'è una donna, sai, karen 
potrei dirti moltissimo di lei 
le ragioni fondamentali che mi portano ad amarla 
le sue qualità evidenti la dolcezza la nostra intesa indiscutibile

un linguaggio quotidiano 
che comprende ed espande i nostri sentimenti

eppure a me sembrano più centrali
le piccole espressioni-i sospiri-il tono della voce-il colore dello smalto 
il modo in cui mi guarda mentre mi avvicino a casa sua 
e scuote il capo pian piano 

i modi alternativi alla parola
che lei usa per amare

per questo io racconterò sempre i suoi dettagli 
l'importanza che dà alla sua impronta in questo mondo 
che lei splenda è già evidente al mondo intero
preferisco ricordare quando mi infilò il naso in un occhio

ed io, karen, sento che ti fa male 
se ti racconto ogni tremore 

quindi volevo solo dirti che ti capisco
quel che sembra irrilevante in realtà è un appiglio centrale
i dettagli di quel miscuglio 
che dan senso al nostro giorno 

se li metti insieme uno dopo l'altro 
ecco che compaiono i contorni di un amore 


crepe

ricopio le emozioni di tre continenti

sulle mie pareti interne 

trascrivo i battiti irregolari che imprimi 

sul tessuto vivo dei miei giorni  

da quando ti conosco mi sono ricordato 

di molte cose che non amavo più

erano addormentate lì,

tra i capillari e le sinapsi 

nelle pause tra un pensiero e un altro

fuori dalla fermata Dunakeszi gyártelep


in via dei reti 54

c'erano due letti singoli attaccati malamente

erano goffi e scomodissimi 

(che darei per dormirci questa notte) 

ma lo vedi quanto è grande 

questa serie di vicende 

che da un piccolo divano 

ci ha portato così lontano

e sulle crepe della vita

dipingiamo il nostro grande quadro 






Sunday, September 15, 2024

what if / tavolo di legno

What if I'd never written the letter
I slipped in the sleeve of the record I gave you?
What if I'd stayed on the C train to Lafayette?
What if we'd never met?
What if I'd only just done what you told me and never looked back?
What if I'd only ducked away down the hallway and faded to black?
(https://www.youtube.com/watch?v=NYeX551dfiY) 


una tavola imbandita da mesi 

ci sediamo ogni giorno e non vogliamo smettere

quello che non riusciamo a mangiare lo portiamo via 

lo poggiamo sul tavolo di legno

della casa che avremo

e domani? Domani sarà più buono di oggi! 

e con quello che non posso darti in questi giorni

faccio la stessa cosa, szerelmem

porto tutto via 

nelle mie tasche grandissime 

e quando ti ritrovo le svuoto tutte

sul tavolo di legno dei tuoi genitori

che sorpresa! esclamano le tende i libri i gioielli 

le foglie degli alberi che spiano dalla finestra

i frutti poggiati sul davanzale

non si è mai visto così tanto amore 

su un tavolo di legno  

pic no.1

 


Tuesday, September 10, 2024

la tua scrittura

seduti tremolanti

sulla stessa pagina dello stesso libro

mano nella mano equilibrio precario 

occhi gonfi cuore ipertrofico 

l'amore come profezia che si autoavvera

pare io sia l'unico a comprendere la tua scrittura

il treno che mi portava lontano da te si è fermato

e se ti dico che allora io scompaio

che mi perdo tra le foglie degli alberi

tra le sedute del cinema Muvesz

così nessuno può trovarmi

che mi nascondo senza penna

negli intervalli dei discorsi degli altri

negli sguardi delle altre donne che nemmeno guardo 

vocale divertita in foresta di consonanti estranee

se io ti aspetto lì 

potrebbero cercarmi in molti 

ma io so che tu 

saresti l'unica a trovarmi


Sunday, September 8, 2024

ház

lungo quel viale così breve appare 

la strada per essere felice

scuoti la testa e mi ami allo stesso tempo

avevo sbagliato strada e tu eri come sempre 

stupenda e impaziente

una pianta rampicante che fa solo bene 

ora che li conosco è facile sognarli

quegli occhi azzurrognoli e interminabili

li vedo entrare prima di me in casa 

ricordarmi di salutare la vicina

(ma certo che l'avrei fatto!)

e poi da quella notte 

all'88 di albert street 

accade ogni volta la stessa meraviglia

le mie braccia, le tue mani 

i tuoi capelli e la mia voce 

diventano casa 


Monday, August 19, 2024

notte di pioggia a roma

deve essere passato molto tempo

nemmeno ricordavo l'ultima notte di pioggia a roma 

all'inizio a me sembrava un peso sullo stomaco 

un mondo intero che piange a metà agosto 

poi ho visto le piante gioire di quel pianto 

le foglie vibrare

la terra in qualche modo reagire e ribollire

ho pensato che potesse fare del bene anche a me

sono rimasto sotto la pioggia 

per un tempo che deve essere stato molto lungo

solo le prime luci dell'alba hanno riportato il mio presente

 - una scatola piena di passato e futuro - 

le piante erano fradicie e sinceramente allegre

sono stato così felice per loro! 

le ho salutate una ad una 

ho preso la mia bicicletta 

e sono andato al lavoro 

il vento mi avrebbe asciugato lungo la strada.

Sunday, August 18, 2024

tempesta

E cos'è questa nuova forma di amore 

L'unica che conosco 


L'unica che mi comprende come uomo 


Racconto alle pareti di casa 

Ogni tuo movimento delle guance 


Abbiamo un campo da gioco molto grande ma non ci perdiamo 


A me sembra di essere un senza patria 

Quando non sento la tua mano sulla mia 


Ma la sento arrivare ogni mattino 


Andiamo a prendere un gelato 

Poi mi dai un bacio sulla fronte 


Andrà via questa pressione insostenibile e saremo ancora qui /


è una tempesta in lontananza 

fatta di fulmini e silenzio 


Non riusciamo a smettere di guardarla 

Saturday, August 17, 2024

una puntura di ape

una puntura di ape  

mi fa entrare qualcosa nelle arterie 

è un linguaggio ignoto 

che tronca gli arti e allunga la notte 

a discapito del giorno

c’è ancora qualcuno che crede al giorno? 

vorrei poter parlare 

a tutte le ore che ho passato senza te 


ma tu eri a un millimetro da me 

mi spalmi una pomata

(o forse era una crema? devo essere preciso con te)

e una guerra si ferma in est Europa 

nella tua lingua le città si scrivono con la minuscola 

nella mia non c’è molta punteggiatura

ma un misto di dolore e passione

in questo periodo intermittente colmo d'amore e di paura


se io ti do il mio pomeriggio

tu poi lo rendi giorno 

è uno scambio intermittente 

perchè io so di darti qualcosa in cambio

che sia un bicchiere di frutta fresca od ogni goccia del mio sangue  

per me non cambia niente 

è un periodo duro e oscuro ma è il nostro primo 

non lo dimenticheremo mai

Monday, August 5, 2024

mani

 

al fine di una migliore comprensione

si cerca di fissare lo scenario:

è la fine del primo quarto del nostro secondo secolo

e passeggiamo per le città di questo mondo

 

ci sono mani di persone che tagliano il pane,

il pesce, la verdura

in una sala congressi canadese 

o in una kocsma ungherese 

 

sono mani di persone che si crepano e si bruciano 

versano i soldi alle famiglie in Bangladesh 

e tornano qualche ora sotto le coperte

prima di ricominciare


ci sono mani che ricevono quel cibo 

ma sono un po' distratte

si cercano tutto il tempo sotto il tavolo

non vogliono altro 


sono mani di persone che non vorrebbero separarsi

che si tengono al buio di un cinema

come se, staccandosi, poi anche la corrente

spegnesse la città e la loro festa

 

sono mani che si allungano per raggiungersi tra loro

tagliano pane, pesce, verdura solo le une per le altre

hanno più fortuna e meno calli

di tante altre povere mani

 

sono mani che non sanno nulla

di questo secolo e dell’altro

se non quel linguaggio di tremore, abbandono e leggerezza

che fa nascere bambini e statue in bronzo


sono mani intrecciate

che hanno un'ottima memoria

e ogni notte riducono di un centimetro 

lo spazio che le separa 

 



Friday, August 2, 2024

congegno

per orsolya


hai le mani lisce

come se il vento

(o le parole della gente)

le avessero lavorate a lungo

il risultato è una superficie calda

limpida e senza increspature

un congegno che congela il male tutto intorno

riscalda il nostro involucro

e ci mantiene idratati

 

a volte le usi per accarezzarmi

è come un’onda gentile

che travolge e ripaga tutto

ogni pomeriggio solitario ogni illusione di futuro

sembrava tutto ancora incerto e vuoto

poi sono arrivate le tue mani

quel tremore ai polsi

il senso di una notte

che ha dato forma e senso ai nostri organi

 

la lingua in cui mi parli

ha corso su corridoi infiniti

ero diverso prima di conoscerla

seduto alla tua tavola

colma di parole gentili e sguardi curiosi

ho mangiato una zuppa con i cavolfiori

(stavo quasi per versarla sul tavolo!)

come le tue mani come quella casa come quei volti

era colma d’amore

 

siamo stati nel tuo giardino

in un cinema in mezzo ai boschi in riva al mare

a cercare una lingua adatta

a dire quello che volevamo dirci

una lingua senza sillabe e

fatta di piante e foglie misteriose

che, se le lanci in aria

vorticano folli e non vanno giù

trovano un percorso allungano la traiettoria

 

che congegni misteriosi,

mi viene da dire,

queste foglie

che si arrampicano in aria

questo amore

che copre e alimenta tutto

e una strada trova sempre

questa necessità di mangiare insieme

la vita che è passata e quella che verrà

Friday, July 19, 2024

contorno

per O.


il contorno che esonda 

sfonda le barriere 

invade il centro 

diventa esso stesso centro 


è leggero è denso 

è pieno di batteri

si deposita sul nero e diventa nero 

fino a farsi bianco 


arrivò quando il sole era calato da un pezzo 

il libro aperto sul viso spento 

scelse una virgola del terzo capitolo 

e si arrese al sonno


ebbe un sussulto 

una sinapsi di un istante 

una palpebra pulsante 

il necessario per rivoluzionare tutto 


incontrò un'anima in un luogo 

una combinazione di occhi naso labbra guance 

un piccolo divano in cui sedersi 

con ginocchia e cuori stretti


capì che la vita prolifera 

in quel tre per cento di passione 

nel restante novantasette 

intermezzi attese e desideri 


è lì intorno che si esprime 

in quel tre per cento che esonda 

sfonda le barriere invade il centro 

diventa esso stesso centro

Tuesday, July 9, 2024

piccola creatura / teremtmény

Coprimi le labbra con il palmo della mano

posso offrire sangue, saliva

un po' di memoria

ma non ho inchiostro per scriverti


Proviamo a scriverci una lettera d'amore

senza carta e senza penna

parliamoci con la voce e con le dita

facciamo una coperta per questa piccola creatura 


E per fare a pezzi tutti i colleghi umani

gli scettici i prudenti

che vogliono spegnerci l'entusiasmo

Mostriamogli un pezzetto di questa piccola creatura 


E come recupero tutto l'amore che non ti ho dato finora?

siamo la foglia d'autunno che cade

e il gelsomino che fiorisce 

un giorno vittima, l'altro carnefice 


Come se avessi camminato in tondo 

in una foresta di volti noti

ma quello decisivo 

non lo conoscevo ancora


Saturday, June 22, 2024

casa

primo sabato d’estate

la malinconia delle lenzuola appese

ad asciugare al vento

potenza delle forze invisibili

dell’amore finito

di quello appena nato

 

per dare forza a certe parole

le scrivi in stampatello

sento il tuo tono di voce cambiare

mentre leggo quelle lettere più alte

solidi palazzi nella foresta

"grazie per essere la mia CASA", ad esempio

 

hai guardato l’obiettivo per un istante

non c’era il mare non c’erano gli altri non c’era un altrove

era un momento che credevo invisibile

eppure è nell’aria nelle nostre arterie

in una polaroid nella mia tasca

e se la guardo mi ricompongo


Wednesday, May 15, 2024

nessun effetto

un crepuscolo di metà maggio

al termine del primo quarto di secolo

 

i coniugati rincasano e gli scarafaggi

escono da tombini e pizzerie

 

le anziane dimenticano la tv accesa e una donna singhiozza

sul tavolo della cucina


a me viene in mente una vecchia compagna a cui potevo dare di più

altre a cui avrei dovuto dare meno

 

dietro un mio libro trovo una poesia scritta a mano da una di loro 

non riesco a riconoscere la scrittura

 

mi sento in colpa a dirlo

ma i versi mi sembrano banali

 

sto per compiere quarant’anni

non mi fa nessun effetto


Wednesday, May 8, 2024

colpo di tosse

dopo essere rientrato con il cane

ho tentato di preparare una frittata

ma ho battuto l'uovo sul piatto 

con più forza del dovuto

proprio come ieri ho usato parole troppo dure

con l'unica donna che mi sorride tutti i giorni  

in questi casi il guscio si mescola col tuorlo

confondendo nello stesso mare 

elementi di dolore e godimento


provo a eliminare i cocci 

ma resta una operazione complicata 

decido di rischiare e ingerire tutto 

mi faccio andar bene ogni vicenda

frammenti appuntiti mescolati al resto

sono le mie giornate intermittenti e ibride 

dolce e veleno nella stessa mattinata

ognuno parte integrante dell'altro 

l'unico rimedio una bottiglia di palinka

ma anche lì la storia è complicata e stupenda


mentre lavo i piatti alzo lo sguardo sulla cucina vuota

del mio appartamento già venduto 

ad una famiglia perbene di bari. 

l'appartamento che un tempo riempiva con i suoi colpi di tosse

non ho mai capito se fosse allergia

o un discreto segnale di allarme

ora ho una idea precisa ma è tardi 

posso dire solo una cosa semplice

davano ritmo e poi colore

a tutto il resto 



Sunday, March 24, 2024

una infanzia serena


dividi la notte come si separa lo spazio

in un armadio stretto e condiviso

l’ultima l’hai passata per un paio di ripiani

in un locale pieno di tappeti


sei tornato a pensare al freddo

al dialetto alla noia

a quel mare verde che ti fissava

e non parlava mai

 

poi due persone hanno detto

al lato sano del tuo collo

sembri uno che ha avuto una infanzia serena

quell’osservazione si è innestata da qualche parte


tra i tuoi vasi e i battiti passati

hai passato la mattina seguente a chiederti cosa fosse una infanzia serena

davvero l’hai avuta? E, se sì, quali persone/quali eventi hanno concorso a costruirla?

forse hai dimenticato di ringraziare qualcuno?

 

ti vengono in mente un paio di persone che non possono più ascoltare

ma in definitiva è partita una indagine

degna di patrick modiano

perché ricordi così poco?


dettagli di un’infanzia che credevi marginali

tua nonna che ti insegna a leggere l’orologio

le partite di tennis di tuo padre  

tua madre che distrugge un vetro in retromarcia


ricordi più dolore e tempi morti 

che sopravvivono spontanei intorno al collo 

e invece come piante 

i bei ricordi vanno coltivati 


ti appare tutto così distante e indistinto

come se vivessi costantemente in funzione del presente 

come se l’amore fosse il fluido del tuo acquario

a cui non fai troppo caso


come se nessuno ti avesse insegnato a distanziare

le stagioni che hai vissuto

come se anche la serata di ieri

concorresse a dare valore alla tua infanzia

Thursday, March 7, 2024

nairobi / una stanza all'equatore

non uso un aggettivo

non voglio qualificarti, non voglio darti forma

non voglio darti forza.

Voglio che tu rimanga inespressa

una persona in potenza, una promessa fritta nel burro

una canzone di cui non si ricorda il ritornello.

Ho camminato nel buio

lungo le strade di Nairobi

che così tanto mi assomiglia 

inespressa - incompiuta - un continuo divenire

che non diviene mai,

una donna senza amici

seduta in una stanza all’equatore

con le dita dei piedi tra le mani

Friday, March 1, 2024

Il banco guest relations del Trademark hotel, Nairobi

ci stai bene seduto nella hall 

del Trademark hotel

a sud di miliardi di granelli di sabbia 

estraneo a chiunque ti viva intorno 


il talento per muoverti al buio 

lo allevi nei gesti 

dal dolore del parto all'ultimo respiro 

sul banco "guest relations" del trademark hotel 

oggi mi hanno detto per la prima volta

benvenuto nell'Africa subsahariana


esiste un sopra e un sotto 

quella distesa di mistero giallo 

così come c'è qualcosa a destra e a sinistra 

del nostro grumo rosa di mistero 


quanto sarebbe bello veder un uomo 

singhiozzare con la testa poggiata 

sul banco "guest relations" del trademark hotel 

vedere decine di estranei avvicinarsi

solo per sapere cos'è che non va 


tornare, 

in definitiva, 

a vedere dei simili aiutarsi 

sul banco "guest relations" del trademark hotel

Sunday, January 28, 2024

duodeno, digiuno, ileo

un cambio di emisfero una direzione opposta una deviazione
le tue mani rotte e generose
il mio intestino da cui parte ogni emozione 

non è colpa di nessuno se questo bel sole mi riporta 
soltanto a sentieri di dolore 
ed io sono l'insetto incastrato in quel nessuno

lascia che mi perda  
lungo le pieghe del mio colon
non venire a cercarmi non rompere il silenzio

la mia vita è come quella di tutti gli altri
un segreto gigantesco 
che non vogliamo raccontarci

si intreccia per chilometri 
ed io non ho più le parole 
per dargli consistenza

ma se non insisto con questi pietosi tentativi
piano piano la mia vita si deteriora
si sgrana stempera e scolora

e se svanisce del tutto 
poi a me cosa succede?
non lo so, mi spaventa la risposta

e se poi come muschio 
l'amore ci torna a crescer tra le tasche?
non mi avventuro in previsioni

vorrei darti la solita chiave di lettura incoraggiante
ma mi sento ancora incastrato in quel nessuno
rivedo il mio tempo, le principali regole che lo guidano 

e, caro donnie che ancora perseguiti i miei giorni,
non posso farci niente
continuo a trovarle orribili

Thursday, January 4, 2024

la prima notte nella nostra prima casa

finalmente inizio a percepire

qualcosa di più chiaro

di un frammento di una frase 

un pezzo d’orecchio in un campo incolto

e tutti i segni sul tuo viso hanno un nome

 

ricordi la prima notte nella nostra prima casa 

abbiamo deciso di creare un giaciglio nel balcone 

fatto di canne di bambù cuscini coperte

e un tetto di legno impermeabile

volevamo passare la notte lì


sentire il primo giorno arrivare 

attraverso il flusso umano per la strada

i camion le voci i clacson 

le preoccupazioni degli uomini mentre cercano di combinare qualcosa

che abbia un minimo di senso


siamo rimasti tutti questi anni 

comodi a dormire in quel balcone 

un carico di sudore lamenti risate in aerosol

pianti di amanti grida di tossici 

abbiamo assorbito 


in questi anni bisestili

mentre ci tenevamo stretti io, tu 

e quel libro di modiano

senza paure né progetti 

nel balcone della nostra prima casa 


stamattina a francoforte

come il rumore del traffico  in sottofondo mentre dormi a Bangkok come le luci della mia città che non distinguo all'orizzonte  è in que...