al fine di una migliore comprensione
si cerca di fissare lo scenario:
è la fine del primo quarto del nostro secondo secolo
e passeggiamo per le città di questo mondo
ci sono mani di persone che tagliano il pane,
il pesce, la verdura
in una sala congressi canadese
o in una kocsma ungherese
sono mani di persone che si crepano e si bruciano
versano i soldi alle famiglie in Bangladesh
e tornano qualche ora sotto le coperte
prima di ricominciare
ci sono mani che ricevono quel cibo
ma sono un po' distratte
si cercano tutto il tempo sotto il tavolo
non vogliono altro
sono mani di persone che non vorrebbero separarsi
che si tengono al buio di un cinema
come se, staccandosi, poi anche la corrente
spegnesse la città e la loro festa
sono mani che si allungano per raggiungersi tra loro
tagliano pane, pesce, verdura solo le une per le altre
hanno più fortuna e meno calli
di tante altre povere mani
sono mani che non sanno nulla
di questo secolo e dell’altro
se non quel linguaggio di tremore, abbandono e leggerezza
che fa nascere bambini e statue in bronzo
sono mani intrecciate
che hanno un'ottima memoria
e ogni notte riducono di un centimetro
lo spazio che le separa
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