Reading List

Saturday, December 19, 2020

ingenuità (bozza)

il mio tavolo della cucina 

ricordo la superficie liscia il pensiero fluido 

la busta della spesa il pensiero per lei la lettera che ho scritto con le arterie e con i denti 

la luce gialla ha un aspetto caldo 

ma non alza la temperatura 

c'è un assedio intorno al mio palazzo 

un assalto di invisibili soldati 

sono i ricordi delle persone scomparse

quelli che credevi accordi senza tempo 

e sono svaniti come zucchero nel latte

oggetti episodi malintesi un quadro interrotto

mi rintano mi cresce la barba faccio provviste 

aspetto che in qualche modo i soldati lì fuori si stanchino

non accade mai 

le orme del mio passato puntano sempre verso la porta 

quando i soldati faranno irruzione penserò ancora a quello

alla mia ingenuità al mio tavolo della cucina

a quella superficie liscia pensiero fluido 

Monday, November 30, 2020

unknown

a story about a man
love comes as a black dot
on a blank page
yellow light red light green light

ear on my leaping chest
come with me to Lisbon
you know I know we all know
love is a color in our pale afternoon

it's a good thing it's a good thing it's a good thing
I remember when you said
you loved my grandmother
thank you for the kindest words 

a story about a girl
love comes as a blank dot
on a black page
is it a dream is it noise is it a cloud on your pretty face

that I will blow away

my eyes are open your nose perfect
it's almost December
romance is our blessing
our scary forest
our beautiful unknown





Monday, November 9, 2020

gulen (per nr / gs)

per n.r. / g.s.

un lampo in un'immagine
il volto di mio padre tra gli olivi
che fa dondolare una bambina
l'incipit la svolta il finale
del mio romanzo incompleto

sento il rumore delle mandorle che cadono sul terreno.
i tuoi occhi mentre pronunci la parola amore
il numero di giorni trascorsi 
a mangiare il vento che ci viaggia via
io metto tutto in tasca e poi tu mi risali la corrente

c'è' stato un mattino vestito di luce e di coraggio
non era novembre non era dicembre
era il tuo viso prima della risata
quel piccolo neo vicino l'orecchio
che ricrea il mio giorno e la mia notte

il mio romanzo, intanto, è ancora da compiere: una vita di tentativi alla gulen.
Ma riecco questi lampi, queste immagini:
il tuo sguardo metà roma metà dover,
il volto di mio padre tra gli olivi
che fa dondolare una bambina


Friday, November 6, 2020

spinta

verso la fine del ventiventi
togliamo le giacche svuotiamo le tasche
i nostri organi sul tavolo la fiducia il corpo pieno
della volontà di parlarsi
la prima spinta vera di un amore 

io entro a casa tua tu entri nella mia
- perdoniamo il disordine togliamo le scarpe baciamo il cane - 
è il coraggio di mostrare la paura
senza nascondere nulla 
la prima spinta vera di un amore 

si è scelto per trovarsi
questo momento collettivo di viaggi proibiti e minacce invisibili 
profondo buio e orari di rientro
ma se allungo la mano trovo le tue parole
la prima spinta vera di un amore 

te lo immagini quanto si sente solo
il povero mondo di fine ventiventi 
con questo silenzio che invade le strade
eppure i nostri armadi sono pieni di parole 
la prima spinta vera di un amore

Monday, October 26, 2020

acquario / riflesso / eterno movimento

                       

Il terminal Partenze di fiumicino è
il deserto più premiato al mondo.
Non lo percorre più nessuno.
Un acquario senza vetro,
un film di Antonioni cinquant'anni dopo.

L'Argomento Unico domina piazze strade e sogni.
Non ha organi nè arti.
Vite che non sono le mie percorrono quei nastri e
il mio unico riflesso
è la poesia nel movimento.

Un attimo prima che chiudessero le porte
abbiamo incontrato Medea
questo dramma questa tavola piena di dolore in potenza
e adesso non saprei
se siamo rimasto dentro oppure fuori.

L'Argomento Unico proviene dal mio dentro
ma ora che ha invaso il mondo
Storie che non sono le mie percorrono quei nastri e
il mio unico riflesso
è la poesia nel movimento.

Non c'è altro modo di reagire:
in un capanno sul lago
ho un magazzino colmo di progetti
tu corri con me io porto la chiave tu apri la porta
tu crei le mie storie io ti guardo dormire 

Thursday, October 15, 2020

illusione

una sera come questa 

ripercorre la tua vita intera 

un filo di Arianna spinato e consumato 

potessi dire una parola 

per descrivere la nostra vita intera

certe sere sceglierei "sogno"

ma quelle notti lì

- felici in riva al mare -

sono sempre più rare 

la parola dominante adesso 

è vuota e senza peso

e sovrasta duramente ogni pensiero 

Tuesday, October 6, 2020

quaranta - i miei cinquantotto lunghi giorni

per g.s. /qv

c'è stato un momento 
- pianura spenta stanza vuota -
un intervallo tra due esistenze
lungo cinquantotto giorni
una seconda gestazione 
la più difficile ed incerta

"traiettoria A esclude traiettoria B"
è il mantra dei sicuri-di-ogni-cosa
eppure i discorsi i percorsi gli incroci fortuiti
si sono intersecati come i nostri intenti  
due affluenti del tevere 
che si incontrano per caso

e adesso mi è cresciuta una polaroid 
nel taschino della camicia 
la sento oltrepassare i pori della pelle
e tutto il mondo è più corretto tutto il mondo è più vivace  
se ripenso a quei cinquantotto lunghi giorni 
mi sento grato per qualcosa che ancora non conosco 

se lo guardi anche tu 
assomiglia a un felice incastro
il momento il giorno il caso 
un parto di entropia
che ha spezzato allegramente
quei miei cinquantotto lunghi giorni 




Tuesday, September 15, 2020

foglio di carta / chiesa di roma

una polaroid graffiata
animale di profilo sagoma sfocata
se prima ero niente
questa notte torno a essere qualcosa

una videocassetta un disegno del figlio a carico che ero 
la nostra strada
il cuore intero di roma
coperta fresca che ci scopre

se sono un uomo adesso
lo devo a certe scoperte 
a chi è andato via di notte
a chi ha lasciato la luce accesa 

se chiudo gli occhi sai cosa divento
un foglio di carta giallo
sdraiato ai piedi di una chiesa
per non farti sporcare










Wednesday, September 9, 2020

Trentotto - molecole

All'incirca sei molecole, il frammento
di una estate breve
è tutto quello che ricordo
il cielo di Manduria appiattisce le voci
riduce i suoni
un omissis trasparente e così avulso
da ogni mia preghiera

un arrivo improvviso
mano di donna pelo di cane
una ragazza per la strada parla quella lingua /
che non ricordavo più 
sono all'incirca sei molecole
il primo frammento allegro
di una rincorsa breve

Thursday, August 20, 2020

uomini e donne

uomini e donne lontani.
uomini e donne che non ho capito.
uomini e donne che mi hanno ingannato, tradito, mentito.
uomini e donne con cui mi sono frainteso, insultato, ignorato
uomini e donne che sono una sala, un cinema vuoto
una vita altrui per non lavorare sulla propria

uomini e donne lontani.
dal 1996 via del corallo è sempre deserta.
sempre. e fa male. 
affogavo in silenzio un mattino di luglio:
avevo volti conosciuti avanti e dietro 
lontani
li sentivo ridere godere del sole e della buona salute

sono storie di uomini e donne lontani.
viali di circonvallazione raccordi autostradali
lanterne incrinate bugie e ricordi malmessi
di uomini e donne lontani.
la somma di questo freddo
è una frase in campagna 
lo specchio incrinato che mi descriveva
ora non mi riconosce più

vorrei comprare quel monolocale
in via del corallo.
è deserto dal 1996
ma ho paura delle conseguenze
e rimango immobile in mezzo al mare
uomini e donne lontani
mi han portato fin qui
una ragazza in lontananza balla una musica che ascolta solo lei
anche lei è distante e immaginaria e s'infrange presto


Monday, August 10, 2020

federico

aiutami a ricordare
che tipo di uomo sono stato
le giornate buone
che ho provato a costruire
le serate in cui ho sbagliato
e tu mi hai perdonato
confermami che sono esistito
se non lo fai che cosa mi rimane

ho bisogno che lo dica tu
- non qualcuno a caso, tu -
forse una traccia è rimasta
non hai avuto troppa fretta
di chiuder la poesia
e gli uomini di te cosa diranno
aveva mille braccia che lanciava a tutti
incendio di torce in mare aperto

aiutami a ricordarlo
con la pazienza che non hai
immagino uomini con lunghi soprabiti
sparizioni e acqua nei polmoni
pensaci bene
se qualcuno in questo mondo 
è riuscito a fare del male a garcia lorca
come si può dormire questa notte



Thursday, August 6, 2020

intervallo tra due spazi bianchi (75 anni dopo hiroshima)

tra una tregua e l'altra
sempre un fossato interminabile
brusio insopportabile liste della spesa donne traumatizzate 
campanello parola dormiveglia e poi finalmente

spazio bianco

altro strattone
il linguaggio che recinta le parole e i tuoi lamenti
pioggia battente sillabe brusio indistinto
elimina-il-grasso-viscerale-porta-fuori-il-cane e poi finalmente

spazio bianco

quello che ami
non lo comprendi mai completamente
le persone che ti hanno fatto nascere
cartoline lampadine e de repente finalmente

il mio ultimo spazio bianco

rumore di fondo
pazienza linguaggio carta vetrata
battiti di mani pelle morta sulle spalle
esiste un intervallo interminabile

tra uno spazio bianco e l'altro

Monday, July 13, 2020

cane


cane

finalmente 
è tornata la vista 
posso spegnere gli interruttori 
costano tanto e sono artificiali
esattamente come te 

l'estate di uno scontento
sembrava un periodo lento
come i miei tempi per scrivere un romanzo 
se escludi questa parola fondamentale
e senza tempo

avevo così tanto dentro 
che ti ho sporcato i bordi 
ma ogni preziosismo che vedevo in te 
era solamente un mio riflesso 

il tuo vuoto
non me l'hai passato
il mio fegato ha sbriciolato ogni maceria
ha un colore superbo

il Tutto che so dare 
è ancora qui con me 
al nulla che mi hai incollato
non ci penso più

in una giornata senza orari
è iniziata quest'estate 
con un qualcosa di a te contrario
una parola vera sincera pura

durerà verosimilmente almeno dieci anni 
o forse anche più
è una parola semplice 
fondamentale e terapeutica

cane 



Thursday, June 11, 2020

trentatrè (prima di dormire)


La colla dello scotch sulla mia lampada da notte sta cedendo lentamente la presa. Lo fa nell'unico modo che conosce, con l’inesorabile lentezza tipica degli adesivi che perdono il loro potere, tipica degli amori che perdono il loro pathos. Sempre allo stesso modo: lentamente, ma inesorabilmente, questa parola che mi rende tristissimo forse perché esclude ogni mia possibilità di intervento - la  trancia via di netto, per essere precisi - forse perché è l'unica parola sincera e non fraintendibile che esista, insieme a "mamma". Tutto quel che va oltre le mie possibilità mi fa questo effetto, mi abbatte e, al tempo stesso, mi dà più energia. Mi fa venire voglia di smentire il non smentibile, di arrestare il non arrestabile. La presunzione di interrompere un flusso, un movimento che è al mondo da ben prima di me. Ma la gravità condanna le palpebre, inesorabilmente si fa buio, dagli ultimi impulsi elettrici ho un lampo di una ruota panoramica, di quel vestito rosso, il tuo psicotico terrore sotto un arco romano e poi si spegne tutto, tutto, tutto

Tuesday, May 19, 2020

trentadue (verbo necessario)

ieri attraverso la strada con il cane
mi arresto trafitto di colpo
un grosso chiodo marrone in mezzo alla trachea
ritorna quel giorno fine gennaio
mi confessa che aveva detto a sua madre qualcosa su di me
sembrava importante
ma non voleva ancora svelarmela
cosa mai sarà stato?
perché il mio corpo ancora se lo chiede?
cosa ha senso di una storia d’amore?
e, soprattutto,
che ruolo ha il dolore?

oggi attraverso la strada con il cane
crollo di colpo sulle strisce pedonali
dimentico bugie cambi di rotta ferite aperte
tutte le ansie e le paure disastrose
ritorna solo il dolore pulsante la scossa a ritmo di lumaca
da una fiat arriva un clacson e un gigantesco SVEGLIA!
quando arrivo a casa penso all’atto di amare
ai suoi gesti i riti la profondità e il valore di ogni singola parola
a cosa avrà detto alla sua mamma quel giorno lontano di gennaio
in altre parole
a quanto possa lacerare e spaventare
quest'unico verbo necessario

Sunday, May 17, 2020

trentuno (certificare una sconfitta)

fermarsi 
per qualsiasi ragione 
ma soprattutto per pensare fare il punto capire gli errori
è sempre doloroso
spendi tutte le energie sul rosso che non esce
una frattura da stress un volo da una finestra

e adesso che finisce
la nostra unica lunga notte 
c'è una tale malinconia nella luce sopraggiunta
l'aspettavamo tanto 
e, come ogni cosa che desidero troppo,
viene fuori male e poi scompare

è solo un altro tipo di crepuscolo
tutte le chances svanite risalgono l'esofago
il mio rash cutaneo 
ha la forma dei vostri visi
i dettagli che determinano le vite delle persone.
vorrei saper smettere di scrivere


Wednesday, May 13, 2020

trenta (flaubert)

la senti anche tu
la malattia che ci circonda
io l’ho accolta e masticata
a momenti mi portava via
la mia cicatrice sui polmoni

il coraggio di tornare indietro
tu non l’hai mai avuto
un’automobile che sa solo andar’avanti
e si costringe 
a pianti notturni e giri assurdi

per l’ultima volta
per l’ultima volta
per l’ultima volta

l’intero mondo sembra assomigliarti
con le tue ansie e crisi isteriche
il panorama più ridicolo che c’è

tra le pagine del mio romanzo francese
una foto senza cornice
che si disperde nel pacifico

Thursday, April 30, 2020

ventinove

dei rumori secchi dal soggiorno senza luce
ho cambiato tutto tranne gli occhi.

mi chiedono di frequentare un corso di francese.
a parte alcuni luoghi comuni,
non ho ragioni al mondo per farlo

al contrario,
ogni singola parola mi aggredisce

(le dieresi, la pronuncia di sœur
quella parola terribile:
souhaite.)

eppure non arretro e rispondo ad ogni verbo

più mi fa del male, più questo suono mi contiene

riesco a ricapitolare nella lingua di Marianna
tutti gli errori che ho commesso
finché non mi addormento stremato dalla nausea.

a volte mi chiede perché lo faccio
se mi fa stare male
(domanda inutile da fare a uno scrittore.)

colpi sempre più insistenti dal soggiorno senza luce
c'è qualcuno in casa senza dubbio

(quando si usa qu'est-ce que 
e quando invece qu'est-ce qui)

non c'è professore più efficace
di una lunga smorfia di dolore

Wednesday, April 22, 2020

ventotto (md)

là dove non ha potuto un ministro dell'interno
c'è riuscito un pipistrello
un panorama di pedoni dà le spalle
a una scacchiera vuota
un natale di roma senza peso
un amore morto per mille metri o per paura

come guardano quelle strade
che fino a ieri disprezzavano
io odio il non uscire hanno gridato
che piccola bugia
poi ecco che si ritorna
a non sapere dove andare

quando la porta si riapre
hanno così tanto entusiasmo
che non sanno chi cercare
e inventano percorsi
che non faranno mai
un amore nato nell'aeroporto sbagliato

per chi ha già vissuto è tutto chiaro
dura solo pochi istanti
di magnifica fiducia ed allegria
che piccola bugia
poi ecco che si ritorna
a non sapere dove amare

Saturday, April 18, 2020

ventisette

mi ha fatto credere nel giorno dopo
mi ha fatto smettere di cercare la ferita invisibile tra le dita
mi ha fatto benedire il caso
mi ha fatto amare un errore lungo due anni
che commetto tutti i giorni
mi ha detto qualcosa
e poi il contrario di quel qualcosa
mi ha calpestato mentito offeso
ressa crudele di stadio africano
mi ha rovinato la salute
(meglio non andare in ospedale adesso)
eppure è ancora qui
a spiare nella sua trincea di fibra ottica
i miei pensieri di uomo gentile
aprile piove via dentro i tombini
gli alberi sembrano più grandi là fuori
fanno finta di niente, sono patetici
un guardaroba di foglie che non cade addosso a nessuno
il solito spreco di sentimenti.

Wednesday, April 15, 2020

ventisei (scherzo infinito - nice coat)

per dfw

rileggo le pieghe delle mani le tue bugie calde come forni le mie vene in corridoio
è solo uno dei miei giorni
il solito scherzo
che non finisce mai
siamo diventati l’estensione del nostro soggiorno
se io fossi l’uomo che non ero
l’affronterei con più serenità
te lo ricordi donnie – fotogramma di un pomeriggio del 2011 –
quasi un rinnovo di passaporto fa
semaforo rosso columbia heights uno stralcio di triste capitale nordamericana
dio quanto era infinito e triste
quello scherzo di città
ma poi una ragazza-dal-color-del-grano
ti mostra i denti e le sue due prime parole
non ho risposto in tempo è scattato il verde
da allora io amo solo il rosso
e quell’allegro accento americano
ma non ho saputo reagire in tempo avevo gli organi intrecciati come i ponti
è il solito scherzo infinito
che ricomincia tutti i giorni
ci hai fatto caso, donnie
il poeta viene sempre ucciso
dall’inerzia una donna una città il puro caso
chi può dirlo
e, quando non accade per miracolo,
è il solito scherzo infinito
che prima sorride poi disintegra

Saturday, April 11, 2020

venticinque (infinite jest)

tutta questa solitudine mi fa ridere lo sai amore
sì, ho detto amore
ahah
non ho mai riso tanto
come in questa notte lunga un mese

io sono bravo a fare le cornici
lo spazio dentro, beh
pensavo l’avresti messo tu
ma fa più bene giocare che pensare
e continuo a ridere fuori la mia solitudine

più mi accoltelli più io rido e ricresco come i fegati incisi
ho fatto un sogno lungo un anno
ero un agente segreto che rideva sempre al confine
avevo cancellato ogni traccia
a parte il tuo riflesso nel mio occhio

cadevo in fondo al fiume
c’erano tutti gli oggetti che ti ho lasciato
poi un cambio di scenario
formicolio tremore risata interminabile
mi tocco la bocca rimpicciolisco e sai cosa divento

la punta della lingua che hai reciso

Thursday, April 9, 2020

ventiquattro (vite)

ne conto sette
sette nodi su nastro magnetico
l’ultimo stretto più di tutti

mi fai pena
nel modo tenero e amaro
che so provare solo io

se lo sciolgo cosa vedo
due stanze chiuse a chiave
nello stesso appartamento

ma non lo sappiamo
o forse, peggio ancora,
non ci andava di saperlo

Saturday, April 4, 2020

Twenty three (transcription from a conversation between strangers)

to van morrison

TRANSCRIPTION FROM A CONVERSATION BETWEEN STRANGERS
Twenty-first century


9 months ago
Username: 34943 wrote:

Hello everybody. If you love VM you're beautiful people for sure. I need your help. Your imagination. I want to play this masterpiece for the most beautiful girl on earth: her name means "the one who comes from the woods." :o 
But.. Here’s the question: where should I sing Astral Weeks for her? Which would be the most suitable place for this amazing song? How can I find such a comparable place? Use your imagination 😊 All answers are welcome, even (and especially) the strangest ones. thank you, m.

6 months ago
Username: dlm9293 wrote:

@34943 Anywhere, doesnt matter. Let life decide the spot, let it happen organically. Dont "try" and pick a place, because, if you're anything like me, you'll have doubts and think the spot not good enough. I assure you, wherever you decide, or have decided, it will become situated in your mind forever, as a special place and moment in your memory.

2 months ago
Username: 34943 wrote:

@dlm9293 you're right. Life decides spots, circumstances, everything. And, unfortunately, life decided that this love wasn't supposed to start. A beautiful writer once said that every love story is a ghost story: now I fully understand him. But once again, regarding the spot, you were right: even the nowhere where this non-fact has happened, it will remain forever fixed in my mind.



Thursday, April 2, 2020

ventidue

"si era fatto violino di vetro perché voleva vedere la musica" , diceva una donna. E lui guardava davvero, ma non riusciva mai a vedere. Lui sa che ogni giorno lei legge queste pagine: Google sa ogni cosa, anche la (dan)nazione di provenienza del suo telefono, del suo computer, del suo imbarazzo. Intanto le stagioni cambiano. Lui sfoglia foto di luoghi lontani. Questa mattina ha visto un uomo a mogadiscio. Portava sulla schiena un intero squalo martello. Era gigantesco. Più grande dell'uomo che lo portava. Sembrava una scena di un film di un Sergio Leone sotto LSD. Era il mondo reale. Reale. La sua amica gli ha detto che sarebbe diventato ricco , ma non qui: in un mondo dove le monete saranno il tempo e la pazienza. Non qui. Non qui.  Qui sia lo squalo che l'uomo sono vittime. Qui cambiamo ogni giorno abito eppure la trama è fissa. Ci sono solo vittime qui, ripete lui alla parete. La dipinge di rosso con una fessura oscura. Il sipario di un teatro. Qualcosa che è iniziato o che, forse, è finito. Si era fatto uomo di vetro perché voleva vedere oltre, diceva un uomo. E lei guardava davvero, ma non riusciva mai a vedere.

Wednesday, April 1, 2020

ventuno (il tavolo di una ricca colazione)


quando non scrive, il poeta è ottimista

una estranea che conosceva
da prima che nascesse

la incontra per sbaglio
ed ecco la beatrice che non era

il poeta appoggia gli organi
in fila sul tavolo della cucina

questi sono i suoi ingredienti

se per morire ha imparato molti modi
per amare ne conosce solo questo

Sunday, March 29, 2020

venti (frattura)

 Il prodursi di una soluzione di continuità in un corpo

un tempo con la mia frattura
sarei andato in ospedale
a farmi chiudere a chiave la confusione
ma solamente per un po'

un tempo la differenza era tutta lì:
tra gli aerei che ho preso
quelli che ho perso 
e quelli che avrei voluto perdere

un tempo rincorrevi gli intervalli
era il soffio di vento nel corridoio
l'entropia degli amori nascenti delle passeggiate di marzo  
infranti da una donna vietati da un governo

un tempo con la mia frattura
sarei andato in ospedale
e poi con mille pesi invisibili 
dritto dalla tua pelle di bambina

quel tempo mi è evaporato in tasca
hanno soffocato il caos con una coperta di lana 
oltre alla cenere cosa è rimasto
un set di amori comodi e decreti del governo

di quel tempo a noi cosa rimane
questa frattura e poco altro
la parola che meglio percorre
i nostri comportamenti desideri sentimenti






Thursday, March 19, 2020

diciannove (nome falso)

dico quel nome
lo consegno ad alberi vento depliant di centri commerciali
lo pronuncio male deliberatamente
storpio consonanti scelgo vocali migliori
(quelle più adatte a me)

la considero reale al 53%
niente di più niente di meno

mi taglio le dita con un foglio di carta
accarezzo questa capitale senza uomini
divento io la città che percorro
è la mia strada
quel non so più che mi rimane

potrei donare quello che non ho
e sentirmi comunque più leggero

costruisco la mia città di persone e abiti corti
e tengo fuori tutti gli impauriti chi ha paura di tagliarsi con un foglio di carta
li allontano li emargino
rido di loro dei loro tremori
pronuncio male i loro vuoti nomi

li considero reali al 53%
niente di più, niente di meno

Friday, March 13, 2020

diciotto (ripetizione)

è iniziato a marzo o forse febbraio non so più di quale anno

la voce di donna nella stanza accanto
non ricorda di aver pianto
e se busso alla sua porta
un letto sfatto una finestra rotta

è la mia brutta malattia
ciò che rassicura gli altri
m'innesta sconforto ed apatia

le abitudini, i proverbi, la tradizione
io respiro un terrore disperato di ogni ripetizione

ma tu, davvero, non senti nulla? Cioè, voglio dire, possibile?

nelle ripetizioni qualcuno ci vede famiglia
pace e appagamento
io coltivo dolore
inazione e spegnimento

vorrei tornare per le strade
ma non oggi
meritiamo tutti un po' di carcere

c'era un tipo che non lo meritava
l'uomo che ero solito essere

è finita il 25 aprile (stacco di telecamera) - canzone alla radio - corsa sul tevere (o forse era quel tejo)

Tuesday, March 10, 2020

diciassette (per i falsi amori, per i falsi amici)

per ubaldo ragona

ho sentito la sua voce
tra le pieghe del quartiere EUR
avevo le tasche troppo piccole
e per non smetter di cercarla
le dilatavo come un sogno ricorrente

adesso è iniziata una nuova era
un eterno preserata di distanze inafferrabili
e primavere altrui
un periodo di intervalli tra due punti
che non ricordo più

ho sentito la sua voce
tra le pieghe del quartiere EUR
aveva un che di isterico
e come dargli torto
poteva esser riso oppure pianto

certo è che le grida lontane dei bambini
adesso mi lasciano atterrito
e mi chiedo se non sia proprio vincent price
quel mio intervallo tra due punti
che non ricordo più

Wednesday, March 4, 2020

sedici (in una canzone di flovry)


c u in class! 
è sia un piacere che un dolore
il pazzo lo diceva
un amore non corrisposto 
è pur sempre amore

e ancora non sapeva
di un impulso intermittente
raccolto ai piedi di un cancello
diventato carcere

un pezzo di legno incide sulla sabbia
la vigilia di un marzo
che non mi contiene più

non spaventa l'invisibile
il pazzo lo diceva
è la geografia la paura la stanchezza 
e altri articoli che non conosco

e ancora non sapeva
di un impulso intermittente
incrinato da sè stesso
l'amore è il colera e il colera è l'amore

dovrei dimenticarlo e non tornare più
in quella città che tanto mi somiglia
a volte la odio altre la amo
non si può dire sia un luogo normale

non si può dire sia un amore normale
è stato uno di quei tavoli nelle carceri
dove rovesci tutto quello che hai organi inclusi
vasi sanguigni mucose ghiandole

tutta la differenza che c'era
il fatto che io sapessi tante regole
che tu ancora dovevi imparare
aver amato ogni movimento

l'ho ritrovato in una canzone di flovry
era un amore profondo come questa città di mare
pieno di panorami rincorse vento sulla faccia
tasche vuote e rimpianti in ogni dove

Friday, February 21, 2020

quindici (ogni mattino alle sette)

per andrea gambacorta e patrick modiano


"non sono nulla. soltanto una sagoma chiara, quella sera, seduta all'esterno di un caffè"
un sogno ricorrente
come un romanzo di patrick
una corsa in boschi di fantasmi e labbra tremolanti
una donna lungo una strada francese ti saluta con un bacio per l’ultima volta

prima ogni strada portava a roma
adesso ogni strada parte da roma
i miei amici sparpagliati
tessere di un domino rotto
che restano tutte in piedi
perplesse e distanti

almeno nick cave viene a roma l’undici giugno
però poi ritorna
quel sogno ricorrente quel romanzo di modiano
una corsa nei tram a cercare la tua auto grigio metallizzato
l'adesivo giallo dei traghetti
la scatola di detergenti nel retro

lo so, fa rider tutto il mondo (tranne me)
ma ogni mattina alle sette
ricordo ancora te
e quell’ultima estate degli anni dieci
un sogno ricorrente
come un romanzo di patrick

Thursday, February 13, 2020

quattordici (let's save Tony Orlando's house)

non puoi rimproverarlo a nessuno
dritto contro quel muro
ci sei andato tu da solo
un ayrton senza casco
ma con gli stessi occhi

i migliori amici sono evaporati
solo le orme intorno
come frasi d'amore di donne immature
non torneranno più.
Mai più. Smetti di pensarci

ho comprato una nuova maschera
senza fessure per occhi né per bocca
è semplice e bello isolare la tua vita passata
se la indosso si comporta bene
non pronuncia mai parole d'amore finto

e lascia che tranquillo mi avvicini al muro

Tuesday, February 11, 2020

tredici (ridicolo)

per consta

fuori dalla strada di casa mia 
Un uomo tenta di truffare un altro.
Due signore litigano per un tamponamento.
e i platani crescono un milllimetro al giorno.
Lo faranno per sempre, che a te piaccia o no.
Da questo balcone per avere un senso
io dovrei fumare o tenerti stretta
ma, per ragioni diverse, non faccio nè l'una nè l'altra cosa.
Sono Vincent Price in quella scena davanti la tv
circondato da mostri
che non sa se ride o sta piangendo.

ogni singola volta in cui ho pianto
è stato per amore.
Se asporto l'amore la vita è una striscia d'asfalto la prima domenica d'agosto
poggio l'orecchio e la sento
la differenza tra la vita che fingiamo di fare
e quella che facciamo veramente
così tragica da far ridere.
quella parola decisiva, quella che descrive tutto
è ridicolo
guarda bene, sali sul platano se serve, decifra attentamente questo flusso di vita
a te non sembra ridicolo?

Sunday, February 9, 2020

dodici (città)

le città che ci hanno ospitato
gli oggetti che ci hanno contenuto
gli isolotti le ruote panoramiche i cinema
gli alberghi da due soldi
-e quelli da tre-
quando il no era la regola del mondo
lei mi ha detto sì
nulla è più importante e meno casuale
delle parole che scegli
sono le mie mani i miei piedi le mie labbra

la mia città è una panchina e un panorama
le parole che per troppo amore non ho detto
la capitale di mille altre province
quando il no era la regola del mondo
lei mi ha detto sì
nulla è più importante e meno casuale
delle parole che scegli
è così che le ricordo tutte
le parole che mi hanno ospitato
sono le mie mani i miei piedi le mie labbra

Friday, February 7, 2020

undici (eccesso di vento)

un valore n di amori finiti e rincorse fallite
è sempre il vento a completare l’opera
come se davvero fosse lui a strapparci
l’uno dalle braccia dell’altra

è stato davvero lui?
no. naturalmente no.

prima non arrancavo, anzi
rincorrevo sempre l’aria
avevo gli orari dei treni sotto le unghie
adesso la proiezione è annullata per eccesso di vento

eppure guarda questo film che non è nemmeno cominciato
quanto disordine ha creato

Thursday, January 30, 2020

dieci

visi come questi ne vedo tanti
sono le facce della nostra generazione
ansiosi eremiti senza dio
solo lavori a tempo e paura senza fine
terrore di provare qualcosa di difficile
l’eventualità negativa prevale sempre su quella positiva
pensano di proteggersi mentre si uccidono
tipico dei tossicodipendenti
è come se avessero una spina nel braccio sinistro
ma non riuscissero a trovarla

visi come questi ne vedo tanti
alcuni li ho anche amati baciati rassicurati
ho cercato di convincerli che la vita è una bella giostra
ma che molto raramente regala una seconda possibilità
e se non ti lanci rimani solo un triste involucro
di fronte a questo esercito di ansie
sono una debole minoranza
a volte mi guardo allo specchio e ho paura
poco tempo fa sentivo l’energia e la forza per affrontarli tutti
ero assolutamente certo di resistere per sempre
poi sei arrivata tu

Friday, January 17, 2020

sette

ormai tanto tempo fa qualcuno è entrato in casa mia.
credevo fosse andato via
ma appena vado a letto
dal bagno mi aggredisce
un piccolo sussulto e
ho il volto pieno di graffi di labbra che conosco
quella risata che sembra un sospiro prolungato
e il rumore di infradito troppo grandi percorre il corridoio
quando accade mi alzo di scatto e corro di soppiatto
urto contro mobili ansie porte inconscio
ma non trovo nulla e
ho il volto pieno di graffi di labbra che conosco
una volta provo a chiudere ogni porta
(ma io non sono tipo da porte chiuse purtroppo
qui da me è sempre tutto pericolosamente spalancato) 
mi sento oppresso e con un sonno rigido e acuminato
poi riapro gli occhi e
ho il volto pieno di graffi di labbra che conosco

Wednesday, January 15, 2020

sei (cane che corre)

mattina presto
paese fondatore dell’unione
erba di prato congelato
le strade del trattato del cinquantasette
non hanno niente di tuo qui intorno
a parte tutto quel che era mio
un albergo in riva al mare
l’eco lontano di un cane che corre
un cesto di risposte brusche
la nuvola bassa che mi opprime
voglio respirarla tutta
se ci riesco forse svanisco 
e ricompaio su altri prati
aria limpida strada integra risposte più gentili
un nuovo ipotetico inizio
se solo non sentissi indiscutibile
l'eco lontano di un cane che corre

Tuesday, January 14, 2020

cinque (kazakhstan)

una interruzione
crepa tra collo e torace vibrazione del labbro inferiore
numero civico in paese straniero
una volta ti ho volato incontro
leggono le mie poesie in kazakhstan
le mie sillabe i miei concetti
il mio dolore senza fine né colore
mi chiami al telefono
“i dati dicono che lo leggono in kazakhstan
e poi francia stati uniti irlanda germania regno unito
solo questa settimana”
a me sembra disperso su un pavimento straniero
gocce di mercurio all’inizio dell’estate
ci sono pieghe sul mio viso che ieri non avevo
eppure tu continui a elencare paesi con la cappa
me lo ripeti sorridendo
come se sparpagliandolo, per una silenziosa regola del cosmo, 
potesse attenuarsi in qualche modo

quattro (automatismo)

il battito rallenta apro gli occhi passeggio su
una strada senza luce senza suoni e in tasca solo
le ricevute dei ristoranti i cadaveri dei capelli le chiavi intrecciate
con i cavi degli auricolari le dita delle mani prima dell’alba
perso nello spazio tra l’aereo e il suo atterraggio
ti nasconderai lancerai pezzi di fegato dal
finestrino
una massa informe che si rigenera ogni volta
è questa la tragedia
film polacchi cinema deserto mano che afferra l’ombra
un libro del quarantasette con la copertina verde
sono rimasti solo due superstiti
ho scritto più di cinquecento poesie
e cosa ne è rimasto
l’odore delle rotaie quando piove

lo spazio tra l’aereo e il suo atterraggio

avevo visto il tuo cappotto blu su un tram
(ed io non salgo mai sui tram)
non potevi essere tu sarebbe stato un film scadente
un libro di modiano recitato male
eppure ho seguito quell’indaco di persia
frammenti di fegato tra sedili e finestrini
è questa la condanna non si arresta mai
più lo spezzetti più prosegue
è nella sua natura e ancora non capisco
se è un desiderio innato
o soltanto un piatto automatismo


Monday, January 13, 2020

tre

formicolio a mani e piedi sentirsi in strada deserta notturna anche quando sei
tra la folla informe
l’interazione era una lente
che indossavo l’anno scorso
adesso batto dita su tastiere parlo ad alta voce
e inquino quel che resta 
della eco delle tue mani sul mio corpo

Thursday, January 9, 2020

due (le estremità)


Ti allenano a essere sordo.
Le parole, certo, un bel pericolo
sono appuntite e, se le deglutisci,
ti perforano lo stomaco.

Ti scrutano sicuri: la magia finisce.
Possibile che tu non lo sappia?
Usano frasi gentili guanti di lattice
ma negli occhi festeggiano e ridono di te

Sei comparsa d'inverno andata via
con la fine dell'estate
da quel giorno ho le estremità gelate

Mi ricordo quell'aereo abbattuto sui cieli dell'Ucraina/
brandelli di persone cadono su un campo di girasoli/
non sarò mai come te sentirò tutto
e ogni parola che ho ingoiato voi non l'avrete mai vissuta 

Non ci sono dubbi: sono destinato a  soccombere molto prima di voi.
Ho già perso la punta delle mani!
Vi lascerò soli nelle vostre



vuote



case
sicure e senza rischi
gonfio di vita
e di sangue nello stomaco

Friday, January 3, 2020

uno

Roma ha un cielo così limpido
la domenica mattina
mi parlavi dell’immediato
le commissioni i preparativi per la partenza
             i piccoli accorgimenti che evitano future seccature
non riuscivo a trattenere le lacrime
ma non per te che andavi via
era la spiacevolezza dei piccoli gesti
se li sai ingrandire
ed io sono la polvere fredda e secca
di tutte le frasi che mi hai detto

ogni oggetto se vai a fondo
è una grande foresta senza pace
che io leggo e poi rileggo
ma sai che decifro ogni volta le foglie sbagliate
se apro le mani non ci sei più tu
solo la spiacevolezza di un piccolo gesto

Roma ha un cielo così limpido
la domenica mattina
e che io infligga dolore o lo subisca
Roma ha un cielo così limpido
la domenica mattina

stamattina a francoforte

come il rumore del traffico  in sottofondo mentre dormi a Bangkok come le luci della mia città che non distinguo all'orizzonte  è in que...