"si era fatto violino di vetro perché voleva vedere la musica" , diceva una donna. E lui guardava davvero, ma non riusciva mai a vedere. Lui sa che ogni giorno lei legge queste pagine: Google sa ogni cosa, anche la (dan)nazione di provenienza del suo telefono, del suo computer, del suo imbarazzo. Intanto le stagioni cambiano. Lui sfoglia foto di luoghi lontani. Questa mattina ha visto un uomo a mogadiscio. Portava sulla schiena un intero squalo martello. Era gigantesco. Più grande dell'uomo che lo portava. Sembrava una scena di un film di un Sergio Leone sotto LSD. Era il mondo reale. Reale. La sua amica gli ha detto che sarebbe diventato ricco , ma non qui: in un mondo dove le monete saranno il tempo e la pazienza. Non qui. Non qui. Qui sia lo squalo che l'uomo sono vittime. Qui cambiamo ogni giorno abito eppure la trama è fissa. Ci sono solo vittime qui, ripete lui alla parete. La dipinge di rosso con una fessura oscura. Il sipario di un teatro. Qualcosa che è iniziato o che, forse, è finito. Si era fatto uomo di vetro perché voleva vedere oltre, diceva un uomo. E lei guardava davvero, ma non riusciva mai a vedere.
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Thursday, April 2, 2020
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stamattina a francoforte
come il rumore del traffico in sottofondo mentre dormi a Bangkok come le luci della mia città che non distinguo all'orizzonte è in que...
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