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Wednesday, April 15, 2020

ventisei (scherzo infinito - nice coat)

per dfw

rileggo le pieghe delle mani le tue bugie calde come forni le mie vene in corridoio
è solo uno dei miei giorni
il solito scherzo
che non finisce mai
siamo diventati l’estensione del nostro soggiorno
se io fossi l’uomo che non ero
l’affronterei con più serenità
te lo ricordi donnie – fotogramma di un pomeriggio del 2011 –
quasi un rinnovo di passaporto fa
semaforo rosso columbia heights uno stralcio di triste capitale nordamericana
dio quanto era infinito e triste
quello scherzo di città
ma poi una ragazza-dal-color-del-grano
ti mostra i denti e le sue due prime parole
non ho risposto in tempo è scattato il verde
da allora io amo solo il rosso
e quell’allegro accento americano
ma non ho saputo reagire in tempo avevo gli organi intrecciati come i ponti
è il solito scherzo infinito
che ricomincia tutti i giorni
ci hai fatto caso, donnie
il poeta viene sempre ucciso
dall’inerzia una donna una città il puro caso
chi può dirlo
e, quando non accade per miracolo,
è il solito scherzo infinito
che prima sorride poi disintegra

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