una strada senza luce senza suoni e in tasca solo
le ricevute dei ristoranti i cadaveri dei capelli le chiavi intrecciate
con i cavi degli auricolari le dita delle mani prima dell’alba
perso nello spazio tra l’aereo e il suo atterraggio
ti nasconderai lancerai pezzi di fegato dal
finestrino
una massa informe che si rigenera ogni volta
è questa la tragedia
film polacchi cinema deserto mano che afferra l’ombra
un libro del quarantasette con la copertina verde
sono rimasti solo due superstiti
ho scritto più di cinquecento poesie
e cosa ne è rimasto
l’odore delle rotaie quando piove
lo spazio tra l’aereo e il suo atterraggio
avevo visto il tuo cappotto blu su un tram
(ed io non salgo mai sui tram)
non potevi essere tu sarebbe stato un film scadente
un libro di modiano recitato male
eppure ho seguito quell’indaco di persia
frammenti di fegato tra sedili e finestrini
è questa la condanna non si arresta mai
più lo spezzetti più prosegue
è nella sua natura e ancora non capisco
se è un desiderio innato
o soltanto un piatto automatismo
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