Economia e gestione della tecnologia e dell' innovazione
Ero di fuori a studiare, in veranda, su quel tavolo di legno che non ho mai capito perchè era fatto a fasce, e non costruito con una tavola di legno intero, poggiata sulle quattro gambe, come tutti i tavoli che si rispettino, o almeno quelli che rispetto io.
Il problema di quel tavolo è che era poco adatto a mangiare, perchè anche se ci metti una tovaglia su, e ci poggi le cose, come le bottiglie, hanno un equilibrio precario poichè è molto probabile, anzi ancor di più quando c'è una tovaglia, che tu le poggi proprio dove c'è la fessura tra due tavole e quindi nel caso delle bottiglie, guai a lasciarne una aperta. Non si contano le bottiglie di Coca ci si sono rovesciate alle mie varie feste di compleanno. Il design molto spesso uccide la funzionalità, ma tanto a loro cosa gliene fotte, è cool. Per studiare invece è fastidioso perchè se ci poggi la matita, soprattutto quelle che non sono della Fila, che quelle sono esagonali e spigolose e dunque non rotolano facilmente, devi stare bene attento a che una botta di vento non la faccia cadere giù per una delle solite fessure. Insomma è proprio un tavolo del cazzo, mette ansia.
Comunque di studiare non se ne parlava, ero più distratto del solito. Ogni cosa mi rubava l'attenzione per restituirmela quando le pareva a lei. Ad un certo punto degli spari di fucile mi regalarono un'immagine che mi fece pensare. I pini che avevo di fronte erano pieni di uccelli che io non avevo visto proprio fino a quegli spari. Difatti, a quei suoni prepotenti, vidi elevarsi in volo almeno un centinaio di uccelli, tutti quanti scappati verso chisà dove, e chisà poi se si sarebbero riincontrati Chisàdove. Dei suoni emessi in lontananza da un sofisticato attrezzo costruito per mezzo dell'igegneristica umana che sarà stato lungo massimo un metro, avevano condizionato, il momento, la quiete ed il ritrovo di un centinaio di esseri viventi che spaventati, appunto dal solo rumore erano fuggiti nel giro di un secondo, anche i più temerari. Mi chiedo cosa ne sapessero tutti quegli uccelli del rumore che fa un fucile, dato che non credo che abbiano la tv, e quindi che abbiano mai visto un western. Semplice mi dissi, forse è un suono del tutto contro natura, è un suono meccanico, come ho già detto, prepotente, e dunque, li induce ad avere paura.
D'altro canto tutto quanto abbiamo costruito, noi cari uomini, con la nostra arte della meccanica, dell'ingegneria,nell'ottica del progresso, ha il carattere della prepotenza, così il tavolo di cui ho parlato prima, così quel fucile. L'arma poi è nella sua paradossale essenza, costruita per distruggere; è l'emblema della prepotenza. Molti di quelli che consideriamo successi sono una dannata forzatura e rappresentano uno sconvolgimento delle leggi della natura, la civiltà stessa lo è. Gli spari di fucile e la fuga degli uccelli erano emblematici, a questo punto.
Ora non vorrei sembrarmi un S. Francesco di turno ma questo mi aiuta a capire il comportamento delle persone anche nei confronti delle persone stesse. La prepotenza è insita nella figura dell'uomo, nel suo percorso, e nella civiltà, la schifosissima civiltà, a detta di tutti creata perchè prepotenza non vi possa essere . Non credo ci sia da stupirsi se qualcuno cerca di sopraffarci. Se non lo fa o è perchè non ne ha le armi o perchè non è un uomo. Cosa è allora? una specie di Angelo, lì dove la concezione di Angelo è del tutto svincolata da qualsiasi dogma cristiano. Un angelo allora è un uomo che non conosce prepotenza. Ho sempre pensato al cristianesimo come una grossa balla, però capace, a suo modo, di trasportare, come potrebbe fare una corrente filosofica, dei messaggi. Il cristianesimo è una corrente filosofica.
- Chuck Norris ha scritto delle specie di tavole,dei comandamenti, una specie di codice d'onore, pieno zeppo di significato, e tutti lo conoscono per il karate o per le barzellette -
Certe volte anche io mi sento indifeso come quegli uccelli, al punto che l'arrivo dell'uomo rovina la mia quiete, la mia serenità e mi fa venire voglia di scappare, lontano dalla civiltà. Certe volte anche io percepisco con forza la sua prepotenza. Certe volte, infatti, scappo.
Ora però credo di aver "perso" abbastanza tempo,almeno 20 minuti. Devo rimettermi prepotentemente a studiare questa roba, su questo cazzo di tavolo meccanico. Il prossimo capitolo mi ispira un sacco: "Dinamica industriale e relazioni tra imprese".
Giulio