Reading List

Thursday, April 30, 2020

ventinove

dei rumori secchi dal soggiorno senza luce
ho cambiato tutto tranne gli occhi.

mi chiedono di frequentare un corso di francese.
a parte alcuni luoghi comuni,
non ho ragioni al mondo per farlo

al contrario,
ogni singola parola mi aggredisce

(le dieresi, la pronuncia di sœur
quella parola terribile:
souhaite.)

eppure non arretro e rispondo ad ogni verbo

più mi fa del male, più questo suono mi contiene

riesco a ricapitolare nella lingua di Marianna
tutti gli errori che ho commesso
finché non mi addormento stremato dalla nausea.

a volte mi chiede perché lo faccio
se mi fa stare male
(domanda inutile da fare a uno scrittore.)

colpi sempre più insistenti dal soggiorno senza luce
c'è qualcuno in casa senza dubbio

(quando si usa qu'est-ce que 
e quando invece qu'est-ce qui)

non c'è professore più efficace
di una lunga smorfia di dolore

Wednesday, April 22, 2020

ventotto (md)

là dove non ha potuto un ministro dell'interno
c'è riuscito un pipistrello
un panorama di pedoni dà le spalle
a una scacchiera vuota
un natale di roma senza peso
un amore morto per mille metri o per paura

come guardano quelle strade
che fino a ieri disprezzavano
io odio il non uscire hanno gridato
che piccola bugia
poi ecco che si ritorna
a non sapere dove andare

quando la porta si riapre
hanno così tanto entusiasmo
che non sanno chi cercare
e inventano percorsi
che non faranno mai
un amore nato nell'aeroporto sbagliato

per chi ha già vissuto è tutto chiaro
dura solo pochi istanti
di magnifica fiducia ed allegria
che piccola bugia
poi ecco che si ritorna
a non sapere dove amare

Saturday, April 18, 2020

ventisette

mi ha fatto credere nel giorno dopo
mi ha fatto smettere di cercare la ferita invisibile tra le dita
mi ha fatto benedire il caso
mi ha fatto amare un errore lungo due anni
che commetto tutti i giorni
mi ha detto qualcosa
e poi il contrario di quel qualcosa
mi ha calpestato mentito offeso
ressa crudele di stadio africano
mi ha rovinato la salute
(meglio non andare in ospedale adesso)
eppure è ancora qui
a spiare nella sua trincea di fibra ottica
i miei pensieri di uomo gentile
aprile piove via dentro i tombini
gli alberi sembrano più grandi là fuori
fanno finta di niente, sono patetici
un guardaroba di foglie che non cade addosso a nessuno
il solito spreco di sentimenti.

Wednesday, April 15, 2020

ventisei (scherzo infinito - nice coat)

per dfw

rileggo le pieghe delle mani le tue bugie calde come forni le mie vene in corridoio
è solo uno dei miei giorni
il solito scherzo
che non finisce mai
siamo diventati l’estensione del nostro soggiorno
se io fossi l’uomo che non ero
l’affronterei con più serenità
te lo ricordi donnie – fotogramma di un pomeriggio del 2011 –
quasi un rinnovo di passaporto fa
semaforo rosso columbia heights uno stralcio di triste capitale nordamericana
dio quanto era infinito e triste
quello scherzo di città
ma poi una ragazza-dal-color-del-grano
ti mostra i denti e le sue due prime parole
non ho risposto in tempo è scattato il verde
da allora io amo solo il rosso
e quell’allegro accento americano
ma non ho saputo reagire in tempo avevo gli organi intrecciati come i ponti
è il solito scherzo infinito
che ricomincia tutti i giorni
ci hai fatto caso, donnie
il poeta viene sempre ucciso
dall’inerzia una donna una città il puro caso
chi può dirlo
e, quando non accade per miracolo,
è il solito scherzo infinito
che prima sorride poi disintegra

Saturday, April 11, 2020

venticinque (infinite jest)

tutta questa solitudine mi fa ridere lo sai amore
sì, ho detto amore
ahah
non ho mai riso tanto
come in questa notte lunga un mese

io sono bravo a fare le cornici
lo spazio dentro, beh
pensavo l’avresti messo tu
ma fa più bene giocare che pensare
e continuo a ridere fuori la mia solitudine

più mi accoltelli più io rido e ricresco come i fegati incisi
ho fatto un sogno lungo un anno
ero un agente segreto che rideva sempre al confine
avevo cancellato ogni traccia
a parte il tuo riflesso nel mio occhio

cadevo in fondo al fiume
c’erano tutti gli oggetti che ti ho lasciato
poi un cambio di scenario
formicolio tremore risata interminabile
mi tocco la bocca rimpicciolisco e sai cosa divento

la punta della lingua che hai reciso

Thursday, April 9, 2020

ventiquattro (vite)

ne conto sette
sette nodi su nastro magnetico
l’ultimo stretto più di tutti

mi fai pena
nel modo tenero e amaro
che so provare solo io

se lo sciolgo cosa vedo
due stanze chiuse a chiave
nello stesso appartamento

ma non lo sappiamo
o forse, peggio ancora,
non ci andava di saperlo

Saturday, April 4, 2020

Twenty three (transcription from a conversation between strangers)

to van morrison

TRANSCRIPTION FROM A CONVERSATION BETWEEN STRANGERS
Twenty-first century


9 months ago
Username: 34943 wrote:

Hello everybody. If you love VM you're beautiful people for sure. I need your help. Your imagination. I want to play this masterpiece for the most beautiful girl on earth: her name means "the one who comes from the woods." :o 
But.. Here’s the question: where should I sing Astral Weeks for her? Which would be the most suitable place for this amazing song? How can I find such a comparable place? Use your imagination 😊 All answers are welcome, even (and especially) the strangest ones. thank you, m.

6 months ago
Username: dlm9293 wrote:

@34943 Anywhere, doesnt matter. Let life decide the spot, let it happen organically. Dont "try" and pick a place, because, if you're anything like me, you'll have doubts and think the spot not good enough. I assure you, wherever you decide, or have decided, it will become situated in your mind forever, as a special place and moment in your memory.

2 months ago
Username: 34943 wrote:

@dlm9293 you're right. Life decides spots, circumstances, everything. And, unfortunately, life decided that this love wasn't supposed to start. A beautiful writer once said that every love story is a ghost story: now I fully understand him. But once again, regarding the spot, you were right: even the nowhere where this non-fact has happened, it will remain forever fixed in my mind.



Thursday, April 2, 2020

ventidue

"si era fatto violino di vetro perché voleva vedere la musica" , diceva una donna. E lui guardava davvero, ma non riusciva mai a vedere. Lui sa che ogni giorno lei legge queste pagine: Google sa ogni cosa, anche la (dan)nazione di provenienza del suo telefono, del suo computer, del suo imbarazzo. Intanto le stagioni cambiano. Lui sfoglia foto di luoghi lontani. Questa mattina ha visto un uomo a mogadiscio. Portava sulla schiena un intero squalo martello. Era gigantesco. Più grande dell'uomo che lo portava. Sembrava una scena di un film di un Sergio Leone sotto LSD. Era il mondo reale. Reale. La sua amica gli ha detto che sarebbe diventato ricco , ma non qui: in un mondo dove le monete saranno il tempo e la pazienza. Non qui. Non qui.  Qui sia lo squalo che l'uomo sono vittime. Qui cambiamo ogni giorno abito eppure la trama è fissa. Ci sono solo vittime qui, ripete lui alla parete. La dipinge di rosso con una fessura oscura. Il sipario di un teatro. Qualcosa che è iniziato o che, forse, è finito. Si era fatto uomo di vetro perché voleva vedere oltre, diceva un uomo. E lei guardava davvero, ma non riusciva mai a vedere.

Wednesday, April 1, 2020

ventuno (il tavolo di una ricca colazione)


quando non scrive, il poeta è ottimista

una estranea che conosceva
da prima che nascesse

la incontra per sbaglio
ed ecco la beatrice che non era

il poeta appoggia gli organi
in fila sul tavolo della cucina

questi sono i suoi ingredienti

se per morire ha imparato molti modi
per amare ne conosce solo questo

stamattina a francoforte

come il rumore del traffico  in sottofondo mentre dormi a Bangkok come le luci della mia città che non distinguo all'orizzonte  è in que...