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Wednesday, December 20, 2017

ho pensato di aver sognato tutto

Mentre fumi nelle scale del palazzo
mani e piedi rimangono freddi
e l'estate bivacca ancora un po' in Brasile.
Se dovessi allontanarmi troppo
spero tu abbia sempre
qualcosa di appuntito da riportarmi.
Io conosco solamente
la magia di certi oggetti
e delle parole.
Tu maneggi altri tipi di incantesimi
e puntuale mi insegni ogni giorno
il tuo linguaggio di silenzi e sguardi.
Ho pensato di aver sognato tutto
ma c'è la caffettiera usata
e meno rumore e vuoto dappertutto.

Thursday, November 16, 2017

Come ho reagito a questo blitzkrieg

Come ho reagito a questo blitzkrieg
vuoi scoprirlo a tarda notte, eh
ho fatto quello che so far meglio
raccoglier le mie cose e tornare in movimento
questa volta ho scelto un recinto
più ampio e ameno
di tutte le mie fughe precedenti

A lui non servono riflettori e grandi spostamenti
posa fiori sulle tombe senza visite
mentre io ancora torno a quattro anni fa
quando pedinavo scrittori ebrei
e infelici scogliere
lui invece insiste col suo incedere
a cancellare solitudini e polveri sottili

Quando ritorno mi ripete sempre
                                               "Non vado più forte"
dice di essere un pianoforte con una zampa nel vuoto
ma io fatico a stare al suo passo
perdo il conto delle storie che racconta
e ti dirò, Donnie,
a me sembra ancora veloce come un tempo

Sunday, October 29, 2017

lontano nel tempo

Come sembri lontana nel tempo
Ferrara gli anni 70 tu che vivevi con tua sorella
fare la spesa preparare la cena
e cantare ogni sera la canzone del Gargano
prima di spegnere la luce
Esiste forse cosa più degna e nobile
di vivere lontano con la propria sorella?
Sono fatte per questo, le sorelle.

Ho paura di come reagirò
Quando uomini e città avranno riempito i miei corridoi
Nel frattempo ho trovato una cartolina di Massimo
ti salutava dalla Sicilia al tramonto
e ancora adesso, a volte, ripensi a lui
che non ha più indirizzi né respiri
e a tutti i numerosi dispersi
del nostro presente imperfetto

Sei tornata a casa l’altro anno.
Ti avevano detto che Margareth era ancora lì,
a vivere di stenti per le strade di Ferrara.
Quando l’hai incontrata non ricordava come allacciarsi le scarpe
ma la vostra giovinezza
quella l’aveva tutta in tasca
e mandava a memoria la canzone del Gargano
che cantavi ogni sera con tua sorella

Prima di dormire chiedo al buio cosa ne sarà dei miei ricordi
e delle dimenticanze
e ripenso a Margareth con i lacci sciolti sotto gli archi di Ferrara
dove il presente non esiste
esiste solo il passato
Massimo che aveva ancora indirizzo e battito cardiaco
Tu, tua sorella e quella canzone del Gargano
che cantavate sempre prima che io nascessi


per Margareth



Wednesday, September 27, 2017

settembre parte IV

La gente a trent'anni va a fare la pulizia dei denti.
Crede che poi quella patina di sporco e coscienza rotta
sarà andata via sul serio
niente più germi a popolare le bocche storte
ed ogni cattiveria e malpensiero
caduti in fondo al lavandino bianco.
Quanto vorrei credere alle stesse placide leggende
ai colluttori agli amori lunghi e felici come un ridicolo musical
é che ci sono troppi intervalli lunghi in cui ti perdo
ma che importa dove siamo
ha tutto un altro gusto
fuggire a occhi chiusi per i campi

Tuesday, September 12, 2017

settembre, parte III

nella sala comune della casa dello studente
più pulita che conosca
serena una bambina lucida i tavoli
mentre io,

io ritorno a sentire freddo.

un attimo prima sembrava tutto rotto
fiori morti luci spente fiammiferi bagnati
un attimo dopo qualcosa ricomincia a muoversi
i tuoi passi nella stanza lontana trecento chilometri.

i miei organi non hanno nessun apparente difetto
ma adesso mi muovo al buio
confondo incroci e scrivanie
e ogni sera inciampo in corridoi bassi e stretti.

potrebbe essere la stanchezza
sento che mi dice l'intestino
ho paura sia finito laggiù
tutto il mio cervello

"dovrebbe essere l'amore"
sento che mi dice la bambina
quell'adorabile rincorsa tra ciechi
che ogni volta ci appassiona e annichilisce

Sunday, September 10, 2017

settembre, parte II

il mese prima di settembre
sembrava non finire mai
un'omelia senza fine con tu dietro la porta ad aspettarmi
cambiavi aspetto ogni giorno
ma ti riconoscevo sempre
per via dei tuoi silenzi
nell'attesa ho percorso un paio di continenti
mi sono perso tra gli alberi e i semafori
e, quando non ci speravo più,
l'odore di settembre ha ripreso a scuotere i cipressi
le città hanno smesso di essere giungle
e abbiamo ripreso a respirare

Friday, September 8, 2017

settembre, parte I

Cosa è stato per me
e l'universo circostante
sentirsi deboli a settembre.
Un cubano che sapeva amare
cerca la figlia perduta da tempo
in fondo al bicchiere di vetro.
Il tabaccaio del centro
mi abbandona con i miei limiti a centro strada
perché ha sentito la fine dell'estate.
Forse ho sognato gabbie di uccelli, teste di statue
e milioni di inglesi che mi dicevano severi
"torneranno periodi lunghi e ignoti come sirene di ambulanze."
Io non ci penso e prendo a percorrere infiniti corridoi
non patisco vuoti d'aria e cambi d'abito
quando sei con me

Thursday, August 17, 2017

Mosca/1

si è nascosto per cent'anni
in un oscuro precipizio a Mosca centro
e si trova ancora lì
ad elaborare ingenue contromosse
sadico avevo pensato di svelargli
la nera piega degli eventi
ma i saggi locali continuavano a dirmi
sii onesto davanti a lenin
raccontagli una storia piccola ma vera
che parli di quel che accade in superficie
lontano da fucili e drappi rossi
vicino agli eterni monumenti e corsi d'acqua
e ho finito per parlargli di quella sera
quando all'improvviso
mi hai respirato tra le mani

Thursday, August 3, 2017

presente

Non lo ricordi, vero
Era un pomeriggio intermedio in un quartiere intermedio di una città intermedia
né troppo grande né troppo piccola
non sapevamo se girare a destra o a sinistra
qualsiasi passo poteva sembrare un errore
o forse un deliberato autolesionismo
ma non lo ricordi, vero
sei diventata immobile come il blu oltremare
vivi per il presente
che anche stasera non esiste
dimentichi dimentichi ed io mi affloscio
come un’onda di notte

Sunday, July 30, 2017

/

Tu sei l’intervallo di secondi
tra la fine della notte
e l’inizio del giorno
anche se evapori presto
rendi la mia notte
il mio giorno,
e,
il mio giorno,
la mia unica lunga notte.

Tuesday, June 20, 2017

pavimento

lontani da ogni strada tracciata
l’unica scuola che ci ha cresciuto
è stata il freddo
isolata e inospitale
una cattedrale pericolante
ti avrei spedito tutti gli organi  
in ogni casella postale
ma non entravano mai nelle fessure
quando il giorno lo supplicava
tu mi portavi al riparo
da coccodrilli e ferrivecchi 
poi una notte
mentre dormivamo sul pavimento 
mi sei scivolato dalle mani

Monday, May 22, 2017

in un remoto angolo di

in un remoto angolo d'europa
mentre io invecchiavo
smontando armadi e materassi
tu a casa hai costruito un solido castello
a prova di intrusi e venditori
non c'era nulla di sbagliato nelle mie migrazioni
era solo il mio modo faticoso di imparare
perché se a me togli il presente
svuoti tasche e organi

in un remoto angolo di europa
mentre mi disgregavo in mille vocaboli stranieri
tu a casa hai costruito una lucida fortezza
a prova di stranieri e vento forte
non c'era nulla di sbagliato nemmeno in questo
forse invidio la vostra stabilità
mi ripetete sempre che i muri hanno una loro umida magia
ma per me assomigliano troppo
alla gente infelice che conosco

Sunday, April 16, 2017

federico caffè


venerdì muore e domenica risorge
io sono felice venerdì e triste domenica
quando muore sembra così umano così reale
ma domenica
domenica mi sento sempre solo e abbandonato come quel cazzo di sepolcro
una sala d'attesa senza pazienti da curare
mi chiedo a cosa serva
allora ti chiamo
ti dico di proposito una cosa tristissima-più-triste-dei-cani-zoppi-più-triste-di-praça-das-flores-vuota-la-sera
ma tu ridi
perché equivochi tutto
è da un po’che lo fai
hai perso il contatto
conosci solo l'asfalto
e quindi io cosa faccio
rifuggo amici stagionali e parenti marci
vado a nascondermi nei campi
dove non arrivan crocifissi e segnali telefonici
ma non ho ancora stanze rosse dove sigillarmi
per questo la domenica corro tra l'erba alta e i suoi abitanti
fino a quando non è lunedì

Wednesday, March 22, 2017

il padre uno solo

l’antica scuola di chimica portoghese è terribile
si trova nella via della scuola politecnica
ostile e fedele al regime
come le vecchie serrature
legno muto lavagne prigioniere lavandini paralizzati
è il 18 aprile cinquantuno
un corridoio lungo e vuoto
cento porte ai lati
nessuna deve rimanere chiusa
mai fermarsi trascinare i piedi mai fermarsi
apro la prima
banchi vuoti dita bianche relazioni decadenti
non parlare ad alta voce
chiudo gli occhi
in fondo vedo qualcuno
non è della PIDE odia le armi
muove le mani si sbraccia
ha così paura da non averne
mai fermarsi trascinare i piedi mai fermarsi
si apre l’ultima porta
un continente bianco e verde
è il 25 aprile settantaquattro
l’antica scuola di chimica portoghese è bellissima
il padre è uno solo
gli occhi si riaprono la strada è finita
sembrava un rettilineo infinito mi dice

Friday, February 3, 2017

atene

era l’inizio del ventunesimo secolo
ancora non si vedevano
le albe dorate
e Il fumo nero dei mobili bruciati

oggi come allora dimentico tutto
ignoro complimenti e sorrisi assenti
e, a volte, penso a quando avevamo i vetri crepati
e ci trascinavamo per le strade di atene

quando tutto sembrava indecente
tu non riuscivi a dire niente
io credevo solo nel silenzio
e la sera vedevo l’immondizia risalire le pareti

atene non poteva fare nulla
se non guardarci in silenzio
aspettare la fine della notte
e tornare alle proprie occupazioni quotidiane

oggi gli anni dieci vibrano sopra di noi
chilometri di nastri trasportatori ci son passati sopra
e siamo, in qualche modo, sopravvissuti a quell’ottobre
atene ora ha i nostri vetri crepati e il fumo nero dei mobili bruciati

le albe sono sempre solo dorate
e vorremmo poter fare qualcosa
ma ancora ricordo molto bene
il nostro breve triste esilio ad Atene

era l’inizio del ventunesimo secolo
ancora non si vedevano
le albe dorate
e il fumo nero dei mobili bruciati

e noi non possiamo fare nulla
se non guardarla in silenzio
aspettare albe senza metalli preziosi
e tornare alle nostre occupazioni quotidiane

Friday, January 13, 2017

/ sintrA, p0rtug4l


Tu mi chiami bambino
io non so
è tempo che non gioco con te
perdo tempo immaginando riviste fantasma
che inventano notizie più giuste
ma i continenti stan finendo
io sono invecchiato
e inizio ad aver paura di te.
Di quel che puoi diventare
se ti ostini a perdere tempo con il meteo in tv.
Potrei fumare
ma sarebbe come darmi fuoco da solo.
Forse l'altro ieri ti amavo
poco importa
torno sempre dalle mie riviste fantasma
consumate e malinconiche
come il tuo lucido cappotto
Forse anche ieri ti amavo
poco importa
sono stato disarmato da così tanti panorami 
che ho creduto di amarli tutti
quando invece ero solo sovrappensiero

stamattina a francoforte

come il rumore del traffico  in sottofondo mentre dormi a Bangkok come le luci della mia città che non distinguo all'orizzonte  è in que...