ancora non si vedevano
le albe dorate
e Il fumo nero dei mobili bruciati
oggi come allora dimentico tutto
ignoro complimenti e sorrisi assenti
e, a volte, penso a quando avevamo i vetri crepati
e ci trascinavamo per le strade di atene
quando tutto sembrava indecente
tu non riuscivi a dire niente
io credevo solo nel silenzio
e la sera vedevo l’immondizia risalire le pareti
atene non poteva fare nulla
se non guardarci in silenzio
aspettare la fine della notte
e tornare alle proprie occupazioni quotidiane
oggi gli anni dieci vibrano sopra di noi
chilometri di nastri trasportatori ci son passati sopra
e siamo, in qualche modo, sopravvissuti a quell’ottobre
atene ora ha i nostri vetri crepati e il fumo nero dei mobili bruciati
le albe sono sempre solo dorate
e vorremmo poter fare qualcosa
ma ancora ricordo molto bene
il nostro breve triste esilio ad Atene
era l’inizio del ventunesimo secolo
ancora non si vedevano
le albe dorate
e il fumo nero dei mobili bruciati
e noi non possiamo fare nulla
se non guardarla in silenzio
aspettare albe senza metalli preziosi
e tornare alle nostre occupazioni quotidiane
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