il mattino presto
il solco del mio corpo sulle lenzuola deserte
crea valli, montagne e campi incolti
la piega delle vene sulle mani
il fischio di un treno diretto all'aeroporto
c'è sempre troppo vento per decollare
il sole sul tavolo in soggiorno
il calore sulla mia nuca sul mio occhio destro sul mio alluce
e cosa mi appartiene a questo mondo
le foglie delle piante che cadono
il sangue che un taglio di rasoio
introduce a questo spazio incerto
le mie dita che non arrivano al contatto
il cielo interminabile che si arrende
alla mia parete bianca