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Monday, October 5, 2015

Maria, solitaria

Maria solitaria chiude la finestra
per non far entrare il silenzio
discreta guarda la piazza deserta
quante stelle han cercato di incendiarla,
arrivano sempre tardi
causa assenza di adeguati mezzi pubblici.
Maria solitaria chiude la finestra
la DIGOS stanca si trascina verso il palazzo comunale
l’amministrazione per guadagnare tempo ha assassinato l’illuminazione
ma non sanno loro
quanta oscurità abbiamo masticato
al buio ormai vediamo tutto meglio.
Maria solitaria chiude la finestra
per non far rientrare il silenzio
seduta sul pavimento della grande casa sfitta
cercando qualcosa da opporre 
a questa lenta emorragia di suoni.
Cosa è rimasto? 
Qualche tonnellata di pietre antiche
spiagge nascoste
decine di prodotti tipici locali.
Maria solitaria si alza pensosa
per andare sotto le coperte che sono il suo bunker
da uno spiraglio fissa il soffitto colmo di crepe
e ritornano in mente le rumorose folle della sua infanzia,
ad ognuna assegna un nome 
un nome di una persona andata via
e si ricorda

Monday, April 27, 2015

cosa significa essere libero


fine aprile inizio maggio centro italia vento dalla spagna o forse dall’alto marocco
in africa vive un rinoceronte con 5 uomini di scorta
tu metti un annuncio sul giornale 
cerchi persone vive che ancora non conosci
per sfruttare al meglio i pomeriggi morti
a me dicono che sono stato catturato da giovane
ero disperso nella giungla, raccontano 
non sapevo niente, a parte chi eri tu 
- il mio disperato rugoso colonnello - 
e andava bene così
intanto metti un altro annuncio sul giornale
cerchi un compagno per l’ennesimo pomeriggio morto
mentre io cerco un poster di cruijff
per coprire tutti i fori nella parete
era ieri o l’anno scorso che sei andata via 
ti avevo promesso che avrei pensato 
a cosa significava essere libero
sul giornale adesso c’è un riquadro bianco
e tanti pomeriggi morti senza compagna
la mia schiena si piega sotto pesi invisibili
di notte continuo a incurvarmi 
mentre sogno la mia vita precedente
quella vita in cui avevo occupato tutti i pomeriggi morti  
mi addormentavo sui mezzi pubblici color pesca
e non avevo il tempo di cercare tra le coperte
 il mio vecchio sciocco libro della giungla

Wednesday, March 25, 2015

nel mio più lungo intervallo di cecità

ogni volta che chiudo gli occhi
fedele ritorna
l'atroce episodio della tua fuga
nonostante roma il vento la sera tardi
e tutto questo ipocrita bel tempo
ti sei allontanata sordida
nel mio più lungo intervallo di cecità
ogni volta che chiudo gli occhi
fedele ritorna
l'atroce episodio della tua fuga
tu scompari e aggredisci il mio unico occhio
io moderno polifemo urlo e colpisco il vuoto
tu risali calma e sussurri al mio orecchio
mi dici di tornare a piedi
nel gargano poetico e selvaggio
a cercare gli eredi che non mi parlano più
nonostante questo interminabile intervallo
sento che potrei farcela
dentro me ho ancora abbastanza prodotti biologici
cartilagine speranza foglie morte
e soprattutto
un’inspiegabile superstite calma interna

Tuesday, March 3, 2015

Febbraio, la Pianura, tuo figlio

per Domenico Pacilli


Buio, melatonina e crepe nei soffitti 
tre semplici sinonimi di questo mese trasandato, 
poco chiaro 
e direi contorto.
Sì, direi anche contorto.
L’Emilia, poi, è una ragazza difficile.
Ha un carico di sguardi tristi che mi illudo di sopportare.
Mio fratello intanto si addormenta
con erbe che io devo ancora sperimentare.
Fisso il soffitto della sua casa bunker 
mentre lenta la Pianura mi corrode dentro
piatta, levigata, sterile,
un romanzo francese dove non succede mai niente.
Siedo in soggiorno, senza sapere cosa fare.
Mi vieni in mente tu che stai per diventare padre.
Mi viene in mente una sera a Roma
quando hai mangiato così tanto che stavi per svenire sul sessanta notturno
hai detto “ho visto tutto bianco”.
e poi altre frasi sagge che non ricordo.
Proprio adesso inizia ad albeggiare
la luce accende il calendario della casa del mio magnifico amico erbivoro
febbraio è scomparso
mio fratello si è svegliato
tu sei diventato padre 
ed io 
io presto dirò a tuo figlio
stringi forte il tuo magnifico tempismo

Monday, February 23, 2015

una notte

da qualche parte nel centro sud puglia
dovevi esistere prima di questo viaggio
ed io dov'ero non lo so
ti assicuri contro ogni tipo di evento accidentale
sotterri provviste all'ombra degli olivi secolari
bevi solo acqua filtrata e depurata
perché temi estranei, batteri
e altri invisibili amici.
Averti di fronte
che bella responsabilità.
Per spaventarti mi bastan tre respiri corti e uno lungo.
Tu non hai più nemmeno un cuore.
Lo hai rinchiuso al sicuro in un caveau svizzero.
Cosa ti rimane non lo so
una qualità di mistero continuo che batte sulle tue pareti
cerca di uscire
e forse una notte ci riuscirà.
Una notte,
quando sarai un po' meno vicina e ingiudicabile
come un temporale croato
quando sarai un po' meno fragile e indifesa
come la borsa di Atene.
Nessuno sa quando accadrà
ma fidati di me che ti conosco da un interminabile minuto
non sarà mai prima del tramonto


Friday, February 20, 2015

le tue eterne negazioni

Ho corso nei treni senza documenti né valigia
per vedere come non stavi
Ho compiuto azioni ingiuste e sporche
per sentire cosa non mi dicevi
Ho strisciato negli eterni boschi dietro casa
per intuire dove non mi capivi
nel mentre il tempo mi ha sepolto vivo
timide pulsazioni bivaccano nelle mie orecchie
le foto degli scomparsi nella metro
le cantine che non voglio più vedere
e naturalmente loro
le tue eterne negazioni
nelle pieghe del cervello a ristagnare
pigre snob viziate come nessun altro
eppure così adorabili

Tuesday, January 6, 2015

è una malattia over trenta


Lungo la banchina del porto ecco due sposi ottantenni.
Si trascinano felicemente inutili
come dovrei essere io,
come non avresti mai potuto essere tu.
Cercavano il famoso delfino cittadino
fucilato l’anno prima dalle milizie manfredoniane.
Da quanto tempo non compare un ufo sulla statale 89?
Nemmeno quella speranza ci danno.
Ricordo quando eravate ancora esseri umani
facevate tutto per il gusto di farlo
tagliare cipolle pulire prato rattoppare foglie
eravate persino capaci di generare un complimento sincero.
Poi è andata via la luce - mi sono girato - siete spariti tutti
è scomparso tutto anche la futura punteggiatura
ho iniziato a indossare la giacca dei colloqui
le tartarughe sono diventate fermacarte alla moda
i fenicotteri mi hanno liquidato con un imbarazzato messaggio in segreteria
tutti gli altri animali chiedono di voi ma non ho il coraggio di dire loro la verità
se solo avessi il telefono adeguato scriverei a voi diciottenni
la seguente ultima misera supplica
se solo poggiaste l’orecchio sulla mia porta
andrebbe via la luce e sparirei di colpo

stamattina a francoforte

come il rumore del traffico  in sottofondo mentre dormi a Bangkok come le luci della mia città che non distinguo all'orizzonte  è in que...