La rete è una vera e propria trappola per idioti. Internet ha determinato la scomparsa di due concetti importantissimi in tutti gli ambiti del vivere umano, quotidiano e non; lo spazio ed il tempo; ma non starò qui a parlare di finanza e di come, secondo me ed altri molto più illustri, l'immediatezza delle transazioni e degli spostamenti di denaro, abbiano causato un danno enorme al sistema economico ed avuto un ruolo da protagonista in questa crisetta, non parlerò di strumenti finanziari derivati messi in mano a chi non ha la facoltà di capirne nulla, ma ha la facoltà di scambiare come se non ci fosse un domani e come se fossero figurine, non vi parlerò di economia reale e finanziaria no, vi parlerò di vita reale e virtuale, di quotidiano appunto.
Vi faccio un esempio, anzi due:
1965: una ragazzina invita una sua amica a studiare a casa. Studiano in cameretta con la radio accesa ed il wiskhey d'importazione rubato dal mobile segreto del papà. La radio, ovviamente tenuta accesa, passa il nuovo pezzo dei Kinks e il conduttore annuncia che il disco è in vendita a partire da oggi. Jana e Marie alla notizia, considerando, forse, anche l'effetto del wiskey di papà iniziano a gridare come delle forsennate e a saltare sul letto. Superata questa fase chiamano anche Dana e l'avvisano della notizia; lei risponde che stava sentendo il programma..urlando anche lei; allora la passano a prendere e poi via al negozio di dischi. Lì di fronte è il delirio, sono le 16 e 30 e c'è una fila lunghissima davanti al negozio che aprirà tra poco. Jana, nella moltitudine di volti conosciuti incontra Eddie, il ragazzo per cui va matta, che è lí per lo stesso motivo e ci si mette a parlare del più, del meno e dell'uguale fino a che non viene letteralmente tirata per un braccio da Marie che la trascina nello store, che ha appena aperto. Comprato il disco, senza poche difficoltà, le ragazze tornano a casa di Jana, entusiaste, continunano a sbevucchiare, e lo ascoltano cinque volte di fila, ballando come le matte, sino a mezzanotte. Risultato? Le ragazze si sono incontrate, hanno percorso spazio e hanno passato del tempo.
2013: Marta, spilzando il profilo facebook di Carla becca il link del nuovo singolo di Dry the river, ci clicca su e ascolta la canzone, da sola, nella sua cameretta, il tutto per un tempo di cinque minuti; senza quindi essersi mossa nello spazio, aver condiviso niente con nessuno e senza aver passato un tempo superiore a quello della canzone (magari ne ha passato un pò di più perchè ha un maledetto 56k ammesso che li facciano ancora).
Non vorrei che qualcuno mi fraintendesse, e dunque pensasse che il problema sia passare del tempo o percorrere spazio, questi sono due concetti materiali utilizzati per supportare una tesi più vasta.
Il problema, difatti, è rappresentato da un concetto più generale e generalizzante che è l'assenza di stimoli.
La rete ci consente di soddisfare qualsiasi bisogno in maniera che, con un azzardo molto più piccolo di come appare, oserei definire passiva, richiedendo dunque da parte nostra qualcosa di molto vicino al niente. In parole diverse , ci bombarda di offerta e dunque ci preclude, con dei meccanismi che assicurano che il tutto avvenga incoscientemente da parte nostra ( sono,non a caso, gli stessi meccanismi che utilizza il marketing esplicito, perchè poi di marketing si tratta anche in questa fattispecie) la scelta, senza star qui ad annoiarvi (oltremodo) su cosa significhi scegliere e quanto incida sulla formazione di un'identità, delle proprie idee e sulla costruzione dell'esistenza del singolo nella sua individualità o all'interno di un gruppo.
Questo avviene in tutti gli ambiti del nostro vivere: nell'ambito dell'arte, della cultura, dell'informazione e infine della socializzazione che, in un mondo che non pecca cosi tanto di virtualizzazione, dovrebbe essere supportata, contornata, facilitata e addirittura stimolata dagli ambiti precedenti molto diversamente rispetto a come accade ora.
In pratica, eccetto quelli che io definisco fortunati, che non hanno internet, ci è data la possibilità (perché in fondo ci è data anche di suicidarci) di 'condividere' (da notare che la parola condividere assume un significato ben diverso a seconda che si tratti di virtuale e reale poichè nella realtà, nel linguaggio corrente, la parola non accetterebbe mai il concetto di poterlo fare individualmente o comunque alla stregua di mero post-it di informazione, come avviene per esempio sulla bacheca del social network Facebook) le stesse medesime cose nella solitudine delle nostre camere, senza veri e propri stimoli o condivisioni di sorta.
Giulio
No comments:
Post a Comment