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Tuesday, February 12, 2013


i marciapiedi


Oggi più di ieri lo confermo
pian piano ti s’indurisce la pelle
e gli occhi li vedi abituarsi allo scenario circostante
quando questo processo è iniziato
non lo ricordi più
come le seconde rughe e i primi pianti
cammini per strada mani in tasca passo svelto
non puoi ignorare l’offerta lancio del volantino
“la margarina la margarina la margarina” 
qualcosa di imperdibile
come sfratti e delocalizzazioni
“la margarina la margarina la margarina”
 dimentichi sempre di comprarla
e di guardare i cassonetti affollati
“la margarina la margarina la margarina”
i tuoi obiettivi da 30 centesimi
e i vicini di ieri in rovina sui marciapiedi di oggi
“la margarina la margarina la margarina”
metti sempre le cuffie
per non sentire i loro rantoli


(marco)

Friday, February 8, 2013

Santa Claus


Lo vedevo, lo vedevo dentro i suoi occhi, erano spenti: era morta.
Era' morta, morta, volata via in paradiso o verso qualche posto lontano, qualunque sia il posto dove si va quando si vola via, comunque non era più qui.
La cosa che mi spaventava di più è che allora io la ricordavo bene, ma chissà a furia di non vederla forse non sarebbe stata, giorno dopo giorno, anno dopo anno, così limpida nella mia testa, si sarebbe sbiadita sempre di più, fino a sparire anche da lì.
Allora pensai che l'unica cosa che mi restava da fare era concentrarmi bene su di lei, su tutto quello che la rappresentava, su come era fatta, per imprigionarla nella mia memoria e far sì che non fugisse, almeno da me; così da non aver bisogno di guardarla negli occhi ogni santo giorno per ricordarla; si perchè era lei che mi aveva sempre ricordato di lei , avendo la capacità di farlo senza nemmeno impegnarsi troppo, semplicemente guardandomi;  tutte le volte che me ne scordavo per via dei miei pensieri, tristi o felici o tristi che fossero, lei si faceva viva  e io mi ricordavo di lei.
Da quel momento però, sapevo che non sarebbe stato più così semplicemente perchè era morta, e fondamentalmente era per quello che io e lei non potevamo stare insieme; quando si muore non c'è niente da fare..a tutto c'è rimedio e vi risparmio il seguito..e rendersi conto che non ci può fare niente cercando di farlo è ancora peggio, è una delusione continua e ti fa sentire folle, o forse ti ci fa diventare.
I morti, certo, non si possono far resuscitare ma di loro ci si può ricordare in qualche modo, se ci fa piacere e continuare in qualche modo a farli vivere e saltare quà e là dentro di noi.
Ogni tanto vado al cimitero, si perchè da qualche parte dovevano pur seppelirla, e la vado a trovare; lascio i soliti fiori senza odore che costano molto meno (sapete ultimamente ci vado più spesso e il mio stipendio è sempre quello di un povero saltinbanco, nonostante lavori in una società di consulenza).
Sulla lapide, a lettere sempre meno leggibili, a causa di qualche cane bastardo che sicuramente ci piscia sopra è inciso:

                                                        Qui giace
                      LA SPLENDIDA IMMAGINE CHE HA LEI  DI ME  
                                             27/11/2014  -  10/12/2017

Monday, February 4, 2013

La notte che corre sul treno Mercy.



Ero sul treno merci, avevo corso molto e corso molti rischi, ma ora ero al sicuro; almeno per una  notte, fino a che non  sarebbero arrivati, alla prime luci dell'alba i facchini a scaricare tutti quei benedetti cassoni che ora mi facevano da armatura per le intenzioni altrui. Quanto avrei voluto che durasse quella  notte lo sa solo Dio, che al contrario di lei, non mi aveva mai saputo proteggere. Non avevo mai messo in dubbio la sua esistenza, ma di sicuro la sua bontà d'animo, la sua forza.La notte, lei si che mi faceva sentire al sicuro; il silenzio, l'oscurità, il roteare dei miei pensieri nello spazio tra il canto del gufo e il frusciare delle foglie del faggio, erano cose che mi rassicuravano, che mi rasserenavano; non Dio, con le sue lettere maiuscole e le sua pretesa di dimostrazioni di fede; era per tutto ciò che mi sembrava semplicemente un gran presuntuoso e un nemico della buona fede. Le luci dell'alba ed il canto del gallo uccidevano la mia maestra di vita, la seppellivano sotto il frastuono del darsi da fare, del tirare a campare, delle strette di mano, della socialità imposta da ciò che non ci accorgevamo essere convenzione banale semplicemente perchè durava da secoli; di tutto quel parlare che secondo la notte era superfluo, ed io ero stato, sin da piccolo, sempre d'accordo con lei su questo. Che se non parli secondo i signori della Corte vuol dire che non pensi, che non esisti, quando invece loro parlano molto solo per uccidere il silenzio, ritenuto troppo pesante, gravoso per chi ha pensieri malsani. Manteniamoci in superficie che si respira, quando io invece spesso in superficie non respiravo, era il caso di dirlo che a volte mi sentivo un pesce fuor d'acqua. La notte no, la notte sposava gli abissi e gli rimaneva fedele come una moglie in  un vero matrimonio, non come i molti che nascono sempre in nome di Dio.Il treno merci e lei andavano di paripasso a una velocità che mi piaceva poichè faceva passare il vento pieno dei profumi della stagione dell'aprile, ma come tutte le belle cose che ho conosciuto, ad una velocità che avrei comunque voluto rallentare, se non banalmente perchè quanto più si va veloci tanto prima si arriva alla fine della strada.L'unica cosa che avrei dovuto fare allora, e mi ci impegnavo da secoli, era cercare di non pensare alla destinazione, ma pensare al viaggio, al viaggio.

Giulio

Saturday, February 2, 2013

Un virus nel virus.

Alla fine di questo post penserete che sono pazzo, oppure no (nella prima ipotesi  vincereste un panettone scaduto).
La rete è una vera e propria trappola per idioti.  Internet ha determinato la scomparsa di due concetti importantissimi in tutti gli ambiti del vivere umano, quotidiano e non; lo spazio ed il tempo; ma non starò qui a parlare di finanza e di come, secondo me ed altri molto più illustri, l'immediatezza delle transazioni e degli spostamenti di denaro, abbiano causato un danno enorme al sistema economico ed avuto un ruolo da protagonista in questa crisetta, non parlerò di strumenti finanziari derivati messi in mano a chi non ha la facoltà di capirne nulla, ma ha la facoltà di scambiare come se non ci fosse un domani e come se fossero figurine,  non vi parlerò di economia reale e finanziaria no, vi parlerò di vita reale e virtuale, di quotidiano appunto. 
Vi faccio un esempio, anzi due: 
1965: una ragazzina invita una sua amica a studiare a casa. Studiano in cameretta con la radio accesa ed il wiskhey d'importazione rubato dal mobile segreto del papà. La radio, ovviamente tenuta accesa, passa il nuovo pezzo dei Kinks e il conduttore annuncia che il disco è in vendita a partire da oggi. Jana e Marie alla notizia, considerando, forse, anche l'effetto del wiskey di papà iniziano a gridare come delle forsennate e a saltare sul letto. Superata questa fase chiamano anche Dana e l'avvisano della notizia; lei risponde che stava sentendo il programma..urlando anche lei; allora la passano a prendere e poi via al negozio di dischi. Lì di fronte è il delirio, sono le 16 e 30 e c'è una fila lunghissima davanti al negozio che aprirà tra poco. Jana, nella moltitudine di volti conosciuti incontra Eddie, il ragazzo per cui va matta, che è lí per lo stesso motivo e ci si mette a parlare del più, del meno e dell'uguale fino a che non viene letteralmente tirata per un braccio da Marie che la trascina nello store, che ha appena aperto. Comprato il disco, senza poche difficoltà, le ragazze tornano a casa di Jana, entusiaste, continunano a sbevucchiare, e lo ascoltano cinque volte di fila, ballando come le matte, sino a mezzanotte. Risultato? Le ragazze si sono incontrate, hanno percorso spazio e hanno passato del tempo.
2013: Marta, spilzando il profilo facebook di Carla becca il link del nuovo singolo di Dry the river,  ci clicca su e ascolta la canzone, da sola, nella sua cameretta, il tutto per un tempo di cinque minuti; senza quindi essersi mossa nello spazio, aver condiviso niente con nessuno e senza aver passato un tempo superiore a quello della canzone (magari ne ha passato un pò di più perchè ha un maledetto 56k ammesso che li facciano ancora).

Non vorrei che qualcuno mi fraintendesse, e dunque pensasse che il problema sia passare del tempo o percorrere spazio, questi sono due concetti materiali utilizzati per supportare una tesi più vasta. 
Il problema, difatti, è rappresentato da un concetto più generale e generalizzante che è l'assenza di stimoli. 
 La rete ci consente di soddisfare qualsiasi bisogno in maniera che, con un azzardo molto più piccolo di come appare, oserei definire passiva, richiedendo dunque da parte nostra qualcosa di molto vicino al niente. In parole diverse , ci bombarda di offerta e dunque ci preclude, con dei meccanismi che assicurano che il tutto avvenga incoscientemente da parte nostra ( sono,non a caso, gli stessi meccanismi che utilizza il marketing esplicito, perchè poi di marketing si tratta anche in questa fattispecie) la scelta, senza star qui ad annoiarvi (oltremodo) su cosa significhi scegliere e quanto incida sulla formazione di un'identità, delle proprie idee e sulla costruzione dell'esistenza del singolo nella sua individualità o all'interno di un gruppo.
 Questo avviene in tutti gli ambiti del nostro vivere: nell'ambito dell'arte, della cultura, dell'informazione e infine della socializzazione che, in un mondo che non pecca cosi tanto di virtualizzazione, dovrebbe essere supportata, contornata, facilitata e addirittura stimolata dagli ambiti precedenti molto diversamente rispetto a come accade ora.

In pratica, eccetto quelli che io definisco fortunati, che non hanno internet, ci è data la possibilità (perché in fondo ci è data anche di suicidarci) di 'condividere' (da notare che la parola condividere assume un significato ben diverso a seconda che si tratti di virtuale e reale poichè nella realtà, nel linguaggio corrente, la parola non accetterebbe mai il concetto di poterlo fare individualmente o comunque alla stregua di mero post-it di informazione, come avviene per esempio sulla bacheca del social network Facebook) le stesse medesime cose nella solitudine delle nostre camere, senza veri e propri stimoli o condivisioni di sorta.

Alla fine di questo discorso, per evitare che il tutto possa essere confutato con le argomentazioni di qualche nerd progressista, che io, in quel caso, mi prenderei la briga di sopprimere, (e non nego che sarebbe più un pretesto) che mi parla del risparmio economico che assicura internet o delle facilitazioni di altro genere che implica, o che mi imbastisce un discorso sull'informazione libera in perfetto Grillo Style, sono disposto ad affermare che: si, potremmo continuare a vivere in questo modo, anche perchè visto il punto a cui siamo arrivati sarebbe difficile tornare indietro, peró facendo quello che io chiamo un compromesso al contrario (poichè secondo me il vero compromesso è proprio vivere in questo modo); cioè cercare di ridare valore a tutte quelle grandi cose che il nuovo sistema ci ha fatto dimenticare, ad esempio comprare un disco, un giornale, usare più spesso il telefono o addirittura incontrarci più spesso, per esempio fare più sport, respirare più aria aperta, diminuire la nostra ossessione per l' informazione/disinformazione, ricominciare a percorrere spazio ed impiegare del tempo per fare qualsiasi cosa, per esempio ricominciare a Scegliere.

Giulio

stamattina a francoforte

come il rumore del traffico  in sottofondo mentre dormi a Bangkok come le luci della mia città che non distinguo all'orizzonte  è in que...