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Sunday, November 17, 2024

ortica

un pensiero che cresce in ogni dove

non ha una regola nè storia

ma un periodo in cui circonda

i tuoi giorni e la mia mente


una domenica pomeriggio lunga mesi interi

ti fa sentire impotente

un orto di punti deboli e arbusti

che non estirpo più


c'è un dolore sospeso tra le parole che dico

e quelle che ascolto

tra la speranza che nutro

e quella che perdo


un dolore sordo che respiro

in questa enorme piccola città

in cui l'apnea diventa

la mia passeggiata quotidiana


quanto è silenzioso questo dolore

ha il volto pulito di un cielo terso

il sole batte sulla facciata del palazzo

tu pensi sia bello ma la stinge irrimediabilmente


le autorità arrivano con calma per dichiararla morta

Thursday, November 7, 2024

con il tuo volto di

con il tuo volto di sudeuropeo 

cittadino di roma estrazione piccolo borghese 

nella tua stanza senza finestre 

fai quel che puoi per rendere gradevole l'ambiente

tratteggi piante e alberi 

luce accecante da un lato

cielo stellato dall'altro 

così puoi dormire quando vuoi 

e stenderti persino 

su un duro prato di linoleum


almeno hai tutto il tempo per studiare 

contromisure traballanti per questi giorni 

che non sanno cosa chiederti

è la vita che ti fora l'orecchio che ti solleva l'anima  

e si diverte a frantumarti i denti  

ti lancia in aria ti lascia sotto la pioggia ti abbandona 

sotto questo caldo insostenibile

mentre sulle lenzuola immagini 

la sagoma lontana del suo corpo


hai trovato un suo capello 

su un foulard antico che ti ha dato 

è una vita che può dare l'estasi o affogare

è la stessa che ti ha messo al mondo

fatto sedere in questa stanza spoglia

che decori come puoi 

e adesso che ti piaccia o no

può far di te quello che vuole 

Monday, November 4, 2024

abiti stirati

chiudo gli occhi apro gli occhi chiudo gli occhi 

il silenzio è identico e affilato 

ma la mia pelle è dura non si scheggia 


donami il tuo sangue 

ed io ti incarto il mio 

hanno lo stesso colore quel bel bíbor 


dammi uno dei tuoi occhi 

ed io 

io ti preparo uno dei miei 


la tua mano sinistra, per favore 

quella con lo smalto arancio 

ed ecco che la mia ti arriva in cambio 


capisco che dieci dita sono poche 

ma tu prendi pure 

tutte quelle che ti servono 


Il mio fegato lo sai 

basta che me ne lasci un pezzettino 

e quello poi ricresce 


La mia pelle le mie ossa 

la mia barriera ematoencefalica 

che filtra ogni scoria (a parte ansie e turbamenti) 


incontro migliaia di volti estranei 

con i nostri begli abiti stirati

siamo privi di ruolo l'uno per l'altro  


e ogni sera siamo soli con le nostre vene  

Sunday, November 3, 2024

difese immunitarie

che sia novembre che sia giugno che sia marzo

il mio corpo elabora reazioni 

a parole immagini ricordi 

protende le sue mani poi le unghie le sinapsi 


impara una nuova lingua 

fatta di accenti ignoti e silenzi prolungati 

una lingua che allunga ossa (csontok) e organi 

un processo lungo, doloroso e irrinunciabile 


ripete la parola linguaggio 

questa parola che decide il destino (sors) della gente

e anche adesso da lontano (távoli)

è il treno vecchio (régi) che mi porta fino a te 


la mia nonna (nagymama) non lo sapeva mica 

che in certi luoghi del mondo finestra può dirsi ablak 

ma tre minuti nella stessa stanza (szoba)

e avrebbe capito tutto quello che c'era da capire 


stamattina a francoforte

come il rumore del traffico  in sottofondo mentre dormi a Bangkok come le luci della mia città che non distinguo all'orizzonte  è in que...