se li lascio agire
i ricordi a breve termine
pazienti invadono e degradano
io ogni sera cerco di distrarli
porto fuori l’immondizia
guardo i cani degli altri
mentre lo faccio
alcuni estranei leggono quello che scrivo
in treno
a casa
forse in un parco
e in qualche altro posto in cui passava donnie
le informazioni mi circondano
sono sempre tutte superflue
potessi calcolare il tempo perso
avrei dieci anni in meno
e cento notti tranquille in più
ma l’Europa rimane la stessa enorme piazza
allagata di speranze e belle statue
ed io senza motivo
mi sento ancora fortemente vivo
grandi scontri si sentono arrivare
ho persino sentito qualcuno vomitare sull’altare
hanno detto che assomigliava a donnie
cani e spazzatura sono finiti anche stanotte
ed io me ne torno a casa
le poesia nasce dai cattivi odori e dalle assenze
si reagisce con sangue freddo e appunti brevi
dentro me ancora resiste
una specie di yom kippur laico
con pareti vinaccia tende oscure e candelabri
in un qualche attutito modo mi preparo alla battaglia imminente
ma i movimenti sono lenti e le cartilagini sottili
il cibo ha un odore peggiore
e mi sembra di riconoscere dovunque
la zaino nero del mio amico donnie
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