Un sole freddo e il grat grat degli spazzini nell’aria.
I tuoi lontani singhiozzi a echeggiare pallidi in casa
mentre di fronte la finestra io riannodo la cravatta
e faccio finta di niente.
La mia divisa sociale era quasi pronta
eppure tu dicevi che potevo essere libero.
Libero di liberarmi di noi,
giovani testimoni di un periodo di rassegnata dipendenza.
Libero di svuotare le nostre carceri
e non credevo sarebbe mai accaduto.
I tuoi singhiozzi ancora a echeggiare storti
mentre aprivo esitante la finestra
la sentivo la paura uscire fuori
senza volerlo mi hai reso felice come i prigionieri evasi
mi hai reso libero come un fulmine d’agosto
No comments:
Post a Comment