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Monday, January 28, 2013

L'origine della ragione


 L'origine della ragione
che origina le ragioni
che argina i fiumi
di coscienza che rimane lì

la conoscenza non ha senso
perchè il senso non ha conoscenza
l'istinto detta tutto quello che sai
tutto quello che hai

i passi più sono lenti
e più sono contati
se conti i passi vuol dire che son pochi
e se cammini senza contare
forse stai correndo troppo

il mondo è fatto per la maggior parte d'aqua
che spegne il fuoco
che alimenta i sogni
allora entra in gioco il vento
che non muore mai
ma si nasconde dietro un filo d'erba

carezza le idee ma non troppo
perchè rischi di indebolirle
mettile in moto allora
e lanciale a tutta velocità

cogli il colore giusto
quello che piace a te
anche se quest'anno non va di moda

lascia la corda vibrare
fino all'infinito e non stopparla mai
per paura di dar fastidio al vicino
la musica non può far male quanto il silenzio

e quando serve usa il coltello dalla parte giusta
con la lama ben lontana da te. 

Giulio

Sunday, January 27, 2013



Scrivo perché non posso parlarti
vedo le parole disorientarsi nell’aria
uscire afone dalla mia bocca spaccata
nessun suono nella stanza in affitto
tu a custodirmi la mano sotto il tavolo
tenera a proteggermi dai discorsi degli altri
domattina poi riparte la metro
e con essa un’altra settimana di gennaio
Sarà un periodo lungo
e ignoto come le sirene delle ambulanze
soprattutto albe e tramonti per noi
un paio di dolci sul davanzale del tuo ufficio
qualche carezza sotto i tavoli
e un lungo intervallo di metropoli e tram

(marco)

Thursday, January 24, 2013

Mercurio, messaggero dei Luoghi più Strani

Sono Mercurio, un messaggero, porto la posta Nei Luoghi più Strani; pensate che l'ultima volta l'ho imbucata in una cassetta che stava su una torre alta seicentomila metri, la quale era appesa ad un filo,  la cui altra estremità era attaccata ad un raggio di sole. Roba da non credere, fino a che non lo si vede.
E' proprio per questo genere di cose, di consegne, che the big boss, come lo chiamano i folletti del posto (di lavoro), mi ha dotato di scarpe volanti; sono stranissime: stivaletti che, come forma, potrebbero assomigliare a quelli dell'adidas, vecchio stile pugile; ricordate? quelli che alcuni soggetti (mi pare li chiamassero grezzi sulla terra) usavano mettere da fuori i jeans; comunque se non fosse per un piccolo particolare sembrerebbero proprio quelli, in versione tarocca. Il particolare è che, ai lati, sia all'esterno che all'interno, vi sono attaccate delle piccole alette d'oro (dice lui, the big boss); io, in realtà, ho sempre pensato che siano laccate perchè , ogni tanto, mi pare di vedere dei pezzi di vernice che si staccano.
La cosa curiosa è che quando le lascio da qualche parte e poi me le rimetto, le alette sono come nuove; è per questo che ho pensato che the big boss, più che pagarmi delle scarpe con delle alette di oro vero, preferisce pagare il lavoro di manutenzione dei folletti che, ogni qual volta se ne va un pò di vernice, pensano subito a rilaccarle, a mia insaputa; va a finire che ci perde anche lo stupido (non è mai stato un genio con il denaro).

Comunque, dicevo, il mio mestiere è consegnare la posta Nei Luoghi più Strani.
Il problema è che il mio compito non si esaurisce nel consegnarla; anzi, prima della consegna, ho un compito forse ancora più oneroso e di sostanza, del quale non avevo assolutamente parlato al colloquio con the big boss - ecco perchè secondo me sono sottopagato ed ho deciso di iscrivermi al sindacato dei messaggeri (anche se i folletti mi han detto che serve a poco) -.
Il compito è quello di dividere le lettere, prima di consegnarle in:
-lettere d'amore
-lettere d'odio
per poi marchiarle con il loro relativo timbro.
Compito che a me sembrava di poco conto o più che altro di scarsa difficoltà quando mi è stato assegnato; ho subito pensato, difatti : "vabè, si capisce bene se una lettera è impregnata d'amore o di odio; si capisce dagli appellativi, dai verbi, dal toner, insomma si capisce".
Ora, col senno di poi ed un pò di esperienza, ho capito che avevo a dir poco sottovalutato il compito; a ben dire, lo capì già dalla terza lettera che mi fu chiesto di consegnare, la quale marchiai con il timbro "odio" quando avrei dovuto marchiarla con il timbro "amore".
Per colpa mia il destinatario non la volle aprire e questo fu causa della fine di molte cose.

The big boss, fortunatamente, mi perdonò per quella volta.
La rilessi diverse volte per capire il perchè del mio errore. Per farvi capire quale fu l'oggetto del mio primo fallimento professionale la riporto qui di seguito:



Ciao Marco, mi sono decisa a scriverti, finalmente, dopo tanto tempo. Mi spiace che tu abbia continuato a carcami, nonostante i miei innumerevoli sforzi di respingerti. Mi hai fatto molta pena; e , fondamentalmente, è la pena il sentimento che mi spinge a  scriverti ora. 
Tu pensavi che non sarebbe finita? pensavi davvero che ci saremmo sposati e avremmo costruito una famiglia insieme?
Cosa immaginavi? di poterti prendere cura di me per sempre? Di spingere la mia sedia a rotelle dove meglio credevi, in qualunque occasione? tanto parliamoci chiaro, come può un handicappato scegliere davvero dove andare? come avrei potuto mai scegliere davvero qualcosa, trascinarti io in qualche posto, guidare e non essere guidata? so che lo pensi anche tu. 
E dunque il tuo sogno d'amore è infranto. Il tuo bisogno di sentirti importante, l' ancora di salvezza si è staccata dalla tua nave ed ha preferito rimanere negli abissi. 
Non so descrivere la pena che provo per te; forse la stessa che ti lessi in faccia al nostro primo incontro in quel bar di Stoccolma, quando ti dissi che avrei preso un altro giro di whisky e tu, con aria leggera, mi rispondesti: "ti seguo a ruota" e poi mi sorridesti quasi a voler dire :"non cambia niente il fatto che tu sia su una maledetta sedia a rotelle"; appunto, non ridesti, sorridesti. O come quella volta che mi dicesti che eri contento di avere delle rampe in casa perchè erano perfette per il tuo skateboard e poi, per dimostrarmi che non scherzavi, ti rompesti la testa sullo spigolo del tavolo; non c'era abbastanza spazio e lo sapevi; poco dopo, mentre ti medicavo, mi guardasti, ed  in silenzio mi dicesti  "hai visto, anche tu ti prendi cura di me".Già, quelle cose che non si potevan dire; è possibile che ci siano cose che non si possono dire, tra due che si amano? secondo te si vero? ed è quello che rendeva il nostro amore ancora più profondo? vero? secondo me no, lo rendeva incompleto. Il tuo modo idiota ed i tuoi tentativi sporadici di esorcizzare la mia condizione, la mia condizione.
Comunque, provo questo sentimento di pena per te, uomo che vorrebbe andare a letto tutti i giorni sapendo di essere un eroe, che vorrebbe un recipiente da cui attingere autostima quotidianamente, quando non gli van bene le cose, per esempio il lavoro.
Vorrei essere chiara, per l'ultima volta; stammi lontano, non cercarmi, lasciami libera. Ho bisogno di rifarmi una vita, e con il tuo spettro sempre affianco che bisbiglia non riesco neanche a sentire quello che gli altri dicono. 
Non penso di dover aggiungere altro. Non avrei mai voluto essere così cruda, mi hai costretto tu. Mi hai portato ad odiarti, cosa che non avrei mai creduto possibile.
Addio (e che sia per sempre).
                                                                                                       Francesca


"Come poteva essere una lettera d'amore" pensai subito dopo? era scritto a chiare lettere che si trattava di odio.
Ricordo ancora le parole esatte di the big boss quando mi riportò la lettera indietro e me la diede: "Tu Mercurio, sei stato scelto come messaggero non a caso, al contrario di come hai pensato finora; quello che svolgi è un ruolo di grande importanza. Il messagero dei Luoghi più Strani deve sapere, conoscere, capire, sentire. Non può commettere errori come quello di oggi; deve avere il cuore di spugna, che assorba tutto e non lasci filtrare niente. E' per questa virtù infame che gli è dato, in compenso, di volare, e di poter andare  nei Luoghi più Strani.

Ora, che sono un messaggero esperto, vi posso dire che, tornando indietro, avrei marchiato quella lettera "Amore" con il mio stesso sangue.

Giulio


Sunday, January 13, 2013

  Amava il calore ed il sale del pianto

ciao
ciao
come va?
va, e basta
ok, dove va allora?
bè questa è ancora più difficile
cosa vuoi che ti chieda?
niente
cosa vuoi che ti dica?
niente
che fai?
fisso il muro
ah, finalmente una risposta
di che colore è?
bianco
quali stanze divide?
adesso stai tornando complicato
hai bevuto un bicchiere d'acqua oggi?
si, uno e mezzo
hai freddo?
no, sto bene
hai parlato al telefono con qualcuno?
scherzi
già
hai visto i tuoi occhi?
neanche per sogno
sei in camera tua?
si
ne sei uscita oggi?
no
ma sono le dieci di sera
ah si?
e non hai mangiato?
no
e come hai fatto a non mangiare?
non so, credo, ho dormito molto
quanto?
non so, fino a poco tempo fa
le medicine?
le ho finite
da quanto?
due giorni
ma stai guardando la tv?
no, la presa è staccata
il cellulare?
non so, sarà da qualche parte, scarico, forse sotto la felpa rossa, ma forse no
non pensi che i tuoi si possano preoccupare non sentendoti?
si
e allora?

e allora cosa?
non fai nulla per loro?non ti importa?
mi piacerebbe
importartene di loro?
importarmene di qualcosa.
ti voglio bene
anche io, se non ricordo male
ciao
ciao.


Giulio

stamattina a francoforte

come il rumore del traffico  in sottofondo mentre dormi a Bangkok come le luci della mia città che non distinguo all'orizzonte  è in que...