Sono Mercurio, un messaggero, porto la posta Nei Luoghi più Strani; pensate che l'ultima volta l'ho imbucata in una cassetta che stava su una torre alta seicentomila metri, la quale era appesa ad un filo, la cui altra estremità era attaccata ad un raggio di sole. Roba da non credere, fino a che non lo si vede.
E' proprio per questo genere di cose, di consegne, che the big boss, come lo chiamano i folletti del posto (di lavoro), mi ha dotato di scarpe volanti; sono stranissime: stivaletti che, come forma, potrebbero assomigliare a quelli dell'adidas, vecchio stile pugile; ricordate? quelli che alcuni soggetti (mi pare li chiamassero grezzi sulla terra) usavano mettere da fuori i jeans; comunque se non fosse per un piccolo particolare sembrerebbero proprio quelli, in versione tarocca. Il particolare è che, ai lati, sia all'esterno che all'interno, vi sono attaccate delle piccole alette d'oro (dice lui, the big boss); io, in realtà, ho sempre pensato che siano laccate perchè , ogni tanto, mi pare di vedere dei pezzi di vernice che si staccano.
La cosa curiosa è che quando le lascio da qualche parte e poi me le rimetto, le alette sono come nuove; è per questo che ho pensato che the big boss, più che pagarmi delle scarpe con delle alette di oro vero, preferisce pagare il lavoro di manutenzione dei folletti che, ogni qual volta se ne va un pò di vernice, pensano subito a rilaccarle, a mia insaputa; va a finire che ci perde anche lo stupido (non è mai stato un genio con il denaro).
Comunque, dicevo, il mio mestiere è consegnare la posta Nei Luoghi più Strani.
Il problema è che il mio compito non si esaurisce nel consegnarla; anzi, prima della consegna, ho un compito forse ancora più oneroso e di sostanza, del quale non avevo assolutamente parlato al colloquio con the big boss - ecco perchè secondo me sono sottopagato ed ho deciso di iscrivermi al sindacato dei messaggeri (anche se i folletti mi han detto che serve a poco) -.
Il compito è quello di dividere le lettere, prima di consegnarle in:
-lettere d'amore
-lettere d'odio
per poi marchiarle con il loro relativo timbro.
Compito che a me sembrava di poco conto o più che altro di scarsa difficoltà quando mi è stato assegnato; ho subito pensato, difatti : "vabè, si capisce bene se una lettera è impregnata d'amore o di odio; si capisce dagli appellativi, dai verbi, dal toner, insomma si capisce".
Ora, col senno di poi ed un pò di esperienza, ho capito che avevo a dir poco sottovalutato il compito; a ben dire, lo capì già dalla terza lettera che mi fu chiesto di consegnare, la quale marchiai con il timbro "odio" quando avrei dovuto marchiarla con il timbro "amore".
Per colpa mia il destinatario non la volle aprire e questo fu causa della fine di molte cose.
The big boss, fortunatamente, mi perdonò per quella volta.
La rilessi diverse volte per capire il perchè del mio errore. Per farvi capire quale fu l'oggetto del mio primo fallimento professionale la riporto qui di seguito:
Ciao Marco, mi sono decisa a scriverti, finalmente, dopo tanto tempo. Mi spiace che tu abbia continuato a carcami, nonostante i miei innumerevoli sforzi di respingerti. Mi hai fatto molta pena; e , fondamentalmente, è la pena il sentimento che mi spinge a scriverti ora. Tu pensavi che non sarebbe finita? pensavi davvero che ci saremmo sposati e avremmo costruito una famiglia insieme?Cosa immaginavi? di poterti prendere cura di me per sempre? Di spingere la mia sedia a rotelle dove meglio credevi, in qualunque occasione? tanto parliamoci chiaro, come può un handicappato scegliere davvero dove andare? come avrei potuto mai scegliere davvero qualcosa, trascinarti io in qualche posto, guidare e non essere guidata? so che lo pensi anche tu. E dunque il tuo sogno d'amore è infranto. Il tuo bisogno di sentirti importante, l' ancora di salvezza si è staccata dalla tua nave ed ha preferito rimanere negli abissi. Non so descrivere la pena che provo per te; forse la stessa che ti lessi in faccia al nostro primo incontro in quel bar di Stoccolma, quando ti dissi che avrei preso un altro giro di whisky e tu, con aria leggera, mi rispondesti: "ti seguo a ruota" e poi mi sorridesti quasi a voler dire :"non cambia niente il fatto che tu sia su una maledetta sedia a rotelle"; appunto, non ridesti, sorridesti. O come quella volta che mi dicesti che eri contento di avere delle rampe in casa perchè erano perfette per il tuo skateboard e poi, per dimostrarmi che non scherzavi, ti rompesti la testa sullo spigolo del tavolo; non c'era abbastanza spazio e lo sapevi; poco dopo, mentre ti medicavo, mi guardasti, ed in silenzio mi dicesti "hai visto, anche tu ti prendi cura di me".Già, quelle cose che non si potevan dire; è possibile che ci siano cose che non si possono dire, tra due che si amano? secondo te si vero? ed è quello che rendeva il nostro amore ancora più profondo? vero? secondo me no, lo rendeva incompleto. Il tuo modo idiota ed i tuoi tentativi sporadici di esorcizzare la mia condizione, la mia condizione.Comunque, provo questo sentimento di pena per te, uomo che vorrebbe andare a letto tutti i giorni sapendo di essere un eroe, che vorrebbe un recipiente da cui attingere autostima quotidianamente, quando non gli van bene le cose, per esempio il lavoro.Vorrei essere chiara, per l'ultima volta; stammi lontano, non cercarmi, lasciami libera. Ho bisogno di rifarmi una vita, e con il tuo spettro sempre affianco che bisbiglia non riesco neanche a sentire quello che gli altri dicono. Non penso di dover aggiungere altro. Non avrei mai voluto essere così cruda, mi hai costretto tu. Mi hai portato ad odiarti, cosa che non avrei mai creduto possibile.Addio (e che sia per sempre). Francesca"Come poteva essere una lettera d'amore" pensai subito dopo? era scritto a chiare lettere che si trattava di odio.
Ricordo ancora le parole esatte di the big boss quando mi riportò la lettera indietro e me la diede: "Tu Mercurio, sei stato scelto come messaggero non a caso, al contrario di come hai pensato finora; quello che svolgi è un ruolo di grande importanza. Il messagero dei Luoghi più Strani deve sapere, conoscere, capire, sentire. Non può commettere errori come quello di oggi; deve avere il cuore di spugna, che assorba tutto e non lasci filtrare niente. E' per questa virtù infame che gli è dato, in compenso, di volare, e di poter andare nei Luoghi più Strani.
Ora, che sono un messaggero esperto, vi posso dire che, tornando indietro, avrei marchiato quella lettera "Amore" con il mio stesso sangue.
Giulio