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Thursday, June 11, 2020

trentatrè (prima di dormire)


La colla dello scotch sulla mia lampada da notte sta cedendo lentamente la presa. Lo fa nell'unico modo che conosce, con l’inesorabile lentezza tipica degli adesivi che perdono il loro potere, tipica degli amori che perdono il loro pathos. Sempre allo stesso modo: lentamente, ma inesorabilmente, questa parola che mi rende tristissimo forse perché esclude ogni mia possibilità di intervento - la  trancia via di netto, per essere precisi - forse perché è l'unica parola sincera e non fraintendibile che esista, insieme a "mamma". Tutto quel che va oltre le mie possibilità mi fa questo effetto, mi abbatte e, al tempo stesso, mi dà più energia. Mi fa venire voglia di smentire il non smentibile, di arrestare il non arrestabile. La presunzione di interrompere un flusso, un movimento che è al mondo da ben prima di me. Ma la gravità condanna le palpebre, inesorabilmente si fa buio, dagli ultimi impulsi elettrici ho un lampo di una ruota panoramica, di quel vestito rosso, il tuo psicotico terrore sotto un arco romano e poi si spegne tutto, tutto, tutto

stamattina a francoforte

come il rumore del traffico  in sottofondo mentre dormi a Bangkok come le luci della mia città che non distinguo all'orizzonte  è in que...